La primavera è già scoppiata sull’Europa orientale, dove da vari giorni si registrano temperature massime largamente superiori alla soglia dei +10°C +15°C, con picchi localmente superiori. Del resto nei climi continentali il mese di marzo rappresenta un po’ lo spartiacque fra la fine dell’inverno e l’inizio della stagione calda, che da queste parti inizia ad avvertirsi già a fine mese, prima decade del mese di aprile. L’improvvisa impennata dei valori termici sul comparto orientale del vecchio continente è causata dall’aumento dell’insolazione diurna, caratteristico in questo periodo dell’anno, e dal contemporaneo allungamento delle giornate.
L’intensificazione del soleggiamento, a sua volta, determina un graduale riscaldamento delle terre emerse, con l’emergere dei primi tepori di stagione. I terreni, soprattutto lungo le immense pianure dell’est Europa, fra Polonia, Ucraina e Russia europea, tendono sempre più a scaldarsi durante le ore centrali del giorno, immettendo nell’atmosfera una maggiore quantità di calore (specie negli strati d’aria prossimi al suolo) che tende a far salire i termometri oltre la soglia dei +10°C +15°C.
Questo maggior apporto di calore, indotto dalla graduale intensificazione dell’insolazione diurna che surriscalda per bene i terreni, instabilizzando la colonna d’aria sovrastante, per l’inasprimento del “gradiente termico verticale” (fra l’aria sempre più mite nei bassi strati e l’aria fredda che scorre alle quote superiori della troposfera), alimenta pure lo sviluppo dei moti convettivi (correnti ascensionali che dal suolo tendono a propagarsi verso la media e alta troposfera) che spesso vengono identificati nella genesi di addensamenti cumuliformi, piuttosto sviluppati in altezza, nelle ore centrali del giorno, specie se in presenza di importanti “gradienti termici verticali”, che vengono poi inaspriti dall’isolamento nei bassi strati di un “cuscino d’aria calda e umida” (come avviene in estate sulla pianura Padana dove lo strato caldo umido preesistente al suolo rappresenta il carburante che mette in moto i temibili temporali padani).
Nei prossimi giorni, osservando le moviole satellitari, non di rado si potrà osservare la formazione di nubi cumuliformi (per lo più cumuli e congesti), ad evoluzione diurna, sempre più pronunciate fra l’area balcanica, la regione carpatico-danubiana, i bassopiani di Germania e Polonia e le più vaste pianure di Ucraina, Bielorussia e Russia europea, dove l’attività “termoconvettiva”, capace di scatenare temporali davvero terribili, entrerà nel vivo dall’ultima decade di Aprile, con eventi temporaleschi anche di forte intensità.
Solo nei prossimi giorni, con il passaggio di vari sistemi frontali atlantici sull’Europa centro-orientale, seguiti dall’ingresso di masse d’aria più fredde, specialmente in quota, sarà possibile osservare lo sviluppo delle prime isolate “Celle temporalesche” sul bassopiano di Germania e Polonia, così come fra l’est della Romania e le pianure dell’Ucraina meridionale. Ma per vedere all’opera i veri temporali occorrerà aspettare ancora qualche settimana.