Il deserto di Atacama è uno dei luoghi più solitari e aridi del pianeta e proprio queste sue condizioni lo rendono il luogo ideale per testare le tecnologie necessarie all’esplorazione marziana.
Il team del progetto Atacama Rover Astrobiology Drilling Studies, (ARADS) lo ha scelto per testare KREX-2, un rover in grado di perforare il terreno con un apposito trapano per poi analizzare i campioni alla ricerca di tracce di vita: l’obiettivo è dimostrare il duplice valore della missione dal punto di vista tecnologico e scientifico.
Le analisi del suolo – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – suggeriscono che l’estrema secchezza dell’Atacama sia una caratteristica del luogo da almeno 10 o 15 milioni di anni, forse più. L’elevata percentuale delle radiazioni ultraviolette solari fa sì che la vita si possa essere sviluppata principalmente nel sottosuolo o all’interno delle rocce: Marte, secondo gli scienziati, potrebbe aver avuto lo stesso tipo di evoluzione.
Trentacinque ricercatori hanno trascorso un mese nel deserto cileno nei pressi di Estacion Yungay, testando la strumentazione a bordo del rover per capire in che modo la vita sia riuscita a svilupparsi in un ambiente così ostile. KREX-2 è dotato di un trapano di due metri a basso consumo di energia, con un braccio robotico per il trasferimento dei campioni.
Il robot ha anche a bordo due strumenti per la ricerca di vita nel sottosuolo: Wet Chemistry Laboratory, un laboratorio chimico sviluppato dal JPL, e Signs of Life Detector, messo a punto dal Centro Spagnolo di Astrobiologia, che utilizza un dispositivo in grado di intercettare la presenza di 512 diversi composti biologici.
“KREX si è comportato egregiamente sul campo – ha detto Brian Vetro, principal investigator di ARADS – e ci ha permesso di andare più in profondità di quanto previsto inizialmente”. Quello appena effettuato è il secondo di una serie di quattro test annuali previsti. Il prossimo anno gli strumenti per il rilevamento di tracce di vita verranno fatti lavorare a fianco del trapano per rendere effettiva la parte scientifica della missione.