Bologna è stata scelta per ospitare il Data center del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF): la decisione è stata presa il 1° marzo scorso dal Council del ECMWF, riunitosi a Reading, in Inghilterra, attuale sede del Centro. Da qui a giugno verranno definiti gli aspetti tecnici legati al cosiddetto ‘accordo di sede’, che ratificherà l’arrivo sotto le Due Torri della struttura. Un grande successo per il progetto avanzato e proposto dalla Regione Emilia-Romagna con il supporto di importanti istituzioni e agenzie italiane operanti nei settori delle previsioni meteorologiche, del monitoraggio e salvaguardia ambientale, nella ricerca e nei servizi per la protezione civile, sostenuto dal Governo italiano che lo ha candidato in sede europea.
Il Centro meteo è una organizzazione intergovernativa sostenuta da 20 Stati membri europei. In questi mesi il Council ha condotto l’istruttoria tra le città candidate, alla ricerca della soluzione ottimale per ricollocare il proprio centro dati. Le altre città in lizza oltre a Bologna erano Exeter (Uk), Slough (Uk), Lussemburgo, Espoo (Finlandia), Akureyri (Islanda); a queste si è aggiunta l’opzione di mantenere il Data Center a Reading.
Il Council del ECMWF ha riconosciuto la validità del progetto italiano che, oltre a mettere a disposizione servizi e infrastrutture logistiche di alto livello nella sede del Tecnopolo di Bologna all’ex manifattura Tabacchi, offre rilevanti opportunità di sinergie tecnico-scientifiche che si potranno realizzare a Bologna tra l’ECMWF e i numerosi centri di ricerca e non solo presenti sul territorio regionale e nazionale.
La sede designata dal progetto sarà proprio nell’area del Tecnopolo di Bologna, di proprietà della Regione Emilia-Romagna: l’edificio all’interno è attualmente in ristrutturazione ed è già stato destinato dal Comune a ospitare organizzazioni di ricerca e innovazione. Al Centro dati dell’ECMWF verrebbe assegnata da subito un’area di 9 mila metri quadri, compresa la zona per i supercomputer al piano terra e per gli uffici. Una disponibilità di spazi che potrà essere ulteriormente ampliata, con altri 6 mila metri quadri e con la possibilità di ospitare altre attività di ricerca correlate.
E’ Hilda Carr, Head of Communications I European Centre for Medium-range Weather Forecasts, a illustrare a MeteoWeb i dettagli della scelta di Bologna e le sue implicazioni per il futuro delle previsioni meteo.
Cosa si pensa di realizzare a Bologna?
“In questa fase – spiega – abbiamo solo iniziato le negoziazioni con il Governo Italiano, quindi tutto dipende dall’esito delle discussioni. Se e quando questa fase terminerà, avremo il nuovo Data Center.”
A quali progetti si lavorerà?
“Il nuovo Data Center ospiterà il nostro futuro supercomputer, che ci aiuterà a implementare la nostra nuova Strategia, pubblicata nel settembre 2016. E’ un progetto davvero ambizioso, che si incentra sulle modalità attraverso le quali migliorare ulteriormente le nostre previsioni globali, e ci consentirà di aumentare la risoluzione delle nostre previsioni d’insieme fino a 5 km (cosa che richiede molta capacità computazionale).“
Che strumenti ci saranno?
“Non sappiamo ancora che computer useremo in quanto non è stato ancora aperto il bando di gara. Dovremo attenerci alle ultime tecnologie.”
Quanti dipendenti ci saranno?
“Non abbiamo ancora dati certi, è ancora presto, ma non dovrebbero lavorarci più di 20 persone.”
La sede di Bologna sostituirà quella di Reading?
“Il nuovo Data Center sostituirà l’attuale di Reading. E’ probabile che lo spazio attualmente utilizzato per i computer verrà trasformato in altro.”
Quali sono le prospettive di ECMWF da un punto di vista meteorologico e scientifico?
“Vogliamo continuare a migliorare le previsioni meteo (come esposto in dettaglio nella nostra nuova Strategia). Siamo particolarmente interessati a fornire avvisi in un minor lasso di tempo in caso di avverse condizioni meteo, in quanto rappresenta un alto prezzo da pagare in termini di vite umane e perdite economiche. Se migliorano le previsioni globali, possiamo impiegare meno tempo per fornirle ai servizi meteo nazionali degli Stati membri e questi ultimi possono in tal modo essere preparati per prevenire e mitigare gli effetti dei fenomeni estremi. Ad esempio, se riusciamo a avvisare un servizio meteo nazionale che è in arrivo un’ondata di caldo con un anticipo di una o due settimane, molto può essere organizzato per aiutare coloro che ne potranno subire maggiormente gli effetti. Tutto ciò richiede maggiori osservazioni satellitari, più calcoli, computer più potenti. La tempistica è anche molto importante (uno dei motivi per cui necessitiamo di computer più grandi), in quanto i nostri Stati membri hanno bisogno dei dati che produciamo nel minor tempo possibile.”
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