Lo spreco alimentare in Italia ammonta a circa 16 miliardi di euro all’anno, che corrisponde all’1% del PIL: uno scandalo difficile da accettare. Dal packaging in carta e cartone arriva un contributo concreto per contrastare questo problema, e Comieco (http://www.comieco.org/, Consorzio Nazionale per il recupero e riciclo degli imballaggi cellulosici) dimostra che la soluzione può essere molto più vicina di quanto si pensi. Ecco quanto emerso oggi dal convegno “Food packaging in carta e cartone: innovazioni contro gli sprechi”, promosso da Comieco, che ha visto la presenza di importanti ospiti istituzionali tra i quali l’on. Maria Chiara Gadda della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei deputati e Milena Battaglia del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Uno dei possibili alleati per contrastare il grave problema dello spreco alimentare è il packaging delle confezioni dei prodotti, che costituiscono il primo biglietto da visita di ogni alimento. Molti degli imballaggi prodotti in Italia, la cui quota cresce sempre di più nella raccolta differenziata, sono utilizzati nel settore alimentare, in particolare per frutta fresca, vino, acqua minerale e prodotti a base di pomodoro. Il packaging protegge il prodotto e fornisce al consumatore le informazioni per un’adeguata conservazione.
Basti pensare che, nei Paesi come il nostro ad elevata concentrazione industriale e dove vi è una forte presenza di imballaggio, il deterioramento della merce è stato minimizzato e oggi si attesta intorno al 2-3%, mentre nei Paesi in via di sviluppo si arriva fino al 50% delle merci che viene perso a causa della scarsa o nulla efficacia della conservazione.
In questo carta e cartone, per le loro caratteristiche di praticità, sicurezza e funzionalità sono dei veri maestri, e si prestano a moltissime innovazioni che, una volta applicate, potrebbero segnare un’importante svolta nella lotta contro lo spreco alimentare.
L’Italia in questo senso ha compiuto un grandissimo passo in avanti: dal mese di settembre è infatti entrata in vigore la legge 166/2016, finalizzata alla riduzione dello spreco e che incentiva e promuove il più possibile la donazione, la trasformazione, la redistribuzione delle eccedenze non solo alimentari e lungo tutta la filiera.
“La legge per favorire la donazione delle eccedenze alimentari è entrata in vigore a settembre, e sta già mostrando i suoi primi frutti – dichiara l’on. Maria Chiara Gadda della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera dei deputati –. Le norme però da sole non bastano: è fondamentale mettere a sistema tutte le esperienze che si stanno sviluppando, a partire ad esempio dal sempre maggiore numero di Comuni che applicano una riduzione sulla tariffa rifiuti proporzionale al quantitativo donato. Allo stesso tempo è necessario informare ed educare i cittadini, lo spreco domestico ha un impatto purtroppo ancora ingente. L’Italia è attiva da anni sul fronte del recupero delle eccedenze alimentari per solidarietà sociale, grazie all’impegno congiunto di associazioni di volontariato, imprese ed enti locali. La nostra è una legge all’avanguardia, definisce per la prima volta nell’ordinamento italiano termini come “spreco” ed “eccedenza”, e assegna anche all’imballaggio un ruolo importante. Il packaging infatti è indispensabile per preservare la qualità e la durata dei prodotti, gli imballaggi attivi addirittura ne allungano il ciclo di vita. Nel provvedimento inoltre si promuove la family bag, il contenitore per ciò che avanza al ristorante, al fine di accrescere la consapevolezza dei cittadini e incentivare buone pratiche di consumo”.
“Il Ministero delle politiche agricole, nell’ambito dell’attuazione della legge Gadda per il finanziamento di progetti innovativi e per la gestione del fondo nazionale, ha stabilito due linee di azione – dichiara Milena Battaglia, membro del Tavolo permanente di coordinamento sugli sprechi alimentari per il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali -. La prima azione riguarda misure finalizzate all’elaborazione e allo studio dei dati sulle eccedenze e sugli sprechi condotto a livello nazionale. Questa misura è propedeutica alla seconda linea di azione che riguarda il finanziamento di progetti innovativi finalizzati al contrasto degli sprechi alimentari. Ad oggi non esiste, infatti, una rilevazione specifica delle eccedenze alimentari e degli sprechi che sia costituita e gestita a livello nazionale. Le rilevazioni dei dati sono il primo passo che l’amministrazione centrale deve effettuare per poter ragionare approfonditamente sul tema delle eccedenze alimentari. L’implementazione e la gestione dei dati sarà affidata al CREA, l’ente di ricerca in campo agroalimentare del Mipaaf. In merito ai progetti innovativi, è in corso di pubblicazione il decreto direttoriale che dà la possibilità di finanziare, attraverso apposito bando pubblico, progetti innovativi sul tema degli sprechi. Oggi in Italia vi è molta attenzione sul tema degli sprechi e vi sono diverse realtà pubbliche e private che stanno studiando il problema e cercando soluzioni, anche tecnologiche. Il Mipaaf intende contribuire a queste iniziative destinando annualmente la metà del budget a disposizione del fondo nazionale”.
In quest’ottica gli imballaggi cellulosici sono tra i migliori “alleati” della legge, come spiega Piero Attoma, Presidente di Comieco: “Il problema dello spreco alimentare riguarda i più diversi ambiti, dai campi all’industria, ma è soprattutto nelle case degli italiani che si gioca la “partita” più importante: ogni anno in una famiglia si buttano nell’immondizia in media 145 kg di cibo, ovvero il 75% dello spreco complessivo nel nostro Paese per un costo di 360 euro annui. Carta e cartone, oltre a costituire un perfetto esempio di economia circolare, grazie al ruolo degli imballaggi, si prestano particolarmente ad essere oggetto di innovazioni in grado di prolungare la conservazione di un prodotto o di immettere nella raccolta differenziata confezioni che altrimenti finirebbero in discarica: innovazioni che, se applicate, anche grazie ai milioni di euro stanziati dalla legge Gadda, potrebbero generare risparmi economici anche molto significativi. Quello del packaging cellulosico è un ruolo molto importante, se pensiamo che il 58% degli imballaggi in carta e cartone è impiegato in campo alimentare”.
Ma in che modo carta e cartone sono i “motori” della lotta allo spreco? Comieco lo spiega nel dettaglio nel nuovo volume “Packaging naturalmente tecnologico” realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano. Un approfondito excursus sulle innovazioni sostenibili per il food packaging in carta e cartone, alcune delle quali sono state discusse nel convegno di oggi alla presenza, tra gli altri, proprio dell’on. Chiara Gadda, firmataria della legge contro lo spreco, per capire quali tra le proposte discusse saranno le più indicate a trovare applicazione pratica.
Fare innovazione con benefici tangibili per consumatori, aziende e con attenzione alla sostenibilità del sistema è un impegno che Comieco persegue da anni e che, grazie al contributo dato dalla legge Gadda potrà ora tradursi in nuove innovazioni e vantaggi concreti per tutti.
APPROFONDIMENTO
Fino a qualche anno fa il packaging dei prodotti limitava la sua funzione alla protezione del contenuto da contaminazioni esterne, migliorandone in questo modo la conservazione e fornendo al tempo stesso un supporto per comunicare informazioni per il consumatore. L’evoluzione in questo campo ha portato a nuovi scenari e alla contestuale definizione di un nuovo approccio, nel quale l’innovazione più significativa è rappresentata dal packaging funzionale o smart packaging. Questo termine si riferisce a quelle soluzioni in cui è previsto l’impiego di un materiale, un trattamento superficiale, una tecnica di confezionamento o altro in grado di svolgere una funzione aggiuntiva rispetto a quelle tradizionali di contenimento e generica protezione dei prodotti. Ad esempio il “packaging attivo” interagisce costantemente e attivamente con il prodotto contenuto, mentre il “packaging intelligente” è in grado di rappresentare oggettivamente la storia del prodotto e quindi il suo livello di qualità. Se da un lato l’evoluzione del packaging porta allo sviluppo di prodotti che offrono funzionalità aggiuntive, dall’altro lato la costante attenzione alle problematiche ambientali impone di ridurre all’essenziale il packaging per diminuire la quantità di rifiuti.
Cosa significa? Che studiare il packaging di un prodotto vuol dire anche pensare al suo possibile riciclo, alla riciclabilità dei materiali. L’esempio più immediato è costituito dallo sviluppo di materiali biodegradabili e le relative tecnologie di processo, ma anche tutti i trattamenti a base naturale che possono essere applicati ai materiali a base cellulosica, insieme a innovazioni quali la nanocellulosa e i nuovi materiali compositi a base cellulosica con aggiunta di biopolimeri. Senza dimenticare anche l’importante ruolo svolto dalle etichette che possono fornire informazioni sempre più precise su come conservare correttamente un prodotto prolungandone la shelf life o su come conferire la confezione nella raccolta differenziata.