E’ un radiologo o un anestesista. Oppure, nel privato, un ginecologo o un ostetrico. Vive al Nord, non è più giovanissimo ed è maschio. E’ l’identikit del medico che, fino ad oggi, ha stipulato più spesso un’assicurazione per i rischi professionali, tracciato prima del varo della legge sulla responsabilità professionale degli operatori sanitari, approvata il 28 febbraio. Una normativa che prevede l’obbligo assicurativo per i camici bianchi e per le aziende sanitarie e che, con ogni probabilità, inciderà notevolmente sull’evoluzione del settore. A disegnare il profilo del camice bianco assicurato uno studio, con dati al novembre 2016, di AmTrust Europe, compagnia che raccoglie una ampia fetta di mercato: per quanto riguarda gli ospedali rappresenta nel suo portafoglio il 60% delle strutture sanitarie che bandiscono gare per stipulare polizze. E assicura oltre 100 mila medici italiani.
Ad assicurarsi di più – indicano i dati estrapolati per Adnkronos Salute – sono gli uomini, che rappresentano il 52,7% delle polizze, mentre le donne arrivano al 47,3%. Ad eccezione della Sardegna dove i ruoli sono decisamente invertiti, con una percentuale di donne assicurate che arriva al 57%. Più previdenti i medici tra i 50 e i 59 anni. Con decise differenze tra maschi (più anziani) e femmine (più giovani). La maggioranza degli uomini assicurati ha infatti un’età compresa fra i 60 e i 69 anni, mentre la percentuale maggiore di donne si attesta nella fascia tra i 30 e i 39 anni.
Come per molti aspetti della sanità anche per quanto riguarda l’assicurazione – indica lo studio condotto su 60 mila polizze – le differenze regionali non mancano. Si assicurano di più al Nord Italia (43,4%), con livelli di gran lunga superiori a quelli registrati al Sud (33%) e al Centro (23,6%). Le regioni più virtuose, in questo senso, sono Lombardia (17,9%), Lazio (13,5%) e Campania (9,5%), che da sole arrivano a coprire il 40,9% di tutte le polizze stipulate nel Paese.
Considerando le specializzazioni ad assicurarsi di più, in assoluto, sono i radiologi, che rappresentano il 23,3% delle polizze. Seguono, nel pubblico anestesisti e rianimatori (22,8%) e i pediatri (19,8%). Nelle strutture private e nella libera professione la classifica cambia: più assicurati ginecologi e ostetrici seguiti da radiologi, oculisti e dentisti.
Lo studio di AmTrust è in corso di aggiornamento, ma i nuovi dati trimestrali, anticipano dalla compagnia, non dovrebbero discostarsi. Qualche cambiamento, effetto della legge Gelli appena varata, si registrerà probabilmente tra alcuni mesi, soprattutto se saranno varati rapidamente i decreti attuativi. “Questa legge – dice all’Adnkronos Salute Federico Lanciani, direttore commerciale di AmTrust – è molto importante. Riesce, finalmente, a dare un perimetro più chiaro dei rischi – un profilo e un confine – sia per quanto riguarda le strutture sia per quanto riguarda i medici”.
Inoltre, aggiunge Leonardo Martinelli, direttore sinistri di AmTrust, “la norma prevede che vengano definite le linee guida a cui si debbano attenere le compagnia assicurative e in cui saranno stabilite le condizioni minime. Ci auguriamo che vengano realizzate al più presto. Ciò garantirà uniformità: oggi, in ogni ospedale che indice gare, le condizioni sono diverse. E questo, ovviamente, rende tutto più complesso”. (AdnKronos)