Mare: i subacquei aspettano la legge-quadro, Parlamento in ritardo

MeteoWeb

Tutti la vogliono ma il Parlamento non riesce a approvarla. E’ la legge quadro che riordina il settore degli operatori subacquei. Al primo sguardo può sembrare un norma di nicchia, quella presentata a palazzo Madama da Aldo Di Biagio (Ap) ma sottoscritta anche da diversi senatori di altri gruppi parlamentari. Tuttavia gli operatori del settore – diverse migliaia di professionisti che svolgono lavori o rispondono a impegni operativi che necessitano di elevata competenza e preparazione, ma anche i semplici appassionati di immersioni – aspettano la legge che mette ordine in un comparto dove da decenni si affastellano competenze, norme, regolamenti, registri, elenchi ecc. Attualmente, ad esempio, i sub italiani devono andare all’estero a prendersi il brevetto per le attività industriali. Francia, Gb, Usa sono le mete per chi vuole conseguire un riconoscimento tecnico-professionale di elevato livello per operare, ad esempio, nei fondali sulle strutture delle piattaforme petrolifere, o sulle chiglie delle navi. L’aspetto più qualificante è che, una volta approvata la legge, anche l’Italia si doterebbe degli standard riconosciuti in sede internazionale. Oltre a riorganizzare il Registro degli operatori subacquei e delle imprese, a stabilire requisiti più stringenti e circostanziati per l’iscrizione nei registri professionali, le norme per gli accertamenti e la sorveglianza medico-sanitaria, la pdl perfeziona e valorizza il Libretto Personale degli operatori subacquei e iperbarici, che diventa una sorta di ‘curriculum vitae’ che elenca qualifiche, specializzazioni, idoneità medica, immersioni effettuate, lavori svolti, eventuali infortuni subiti ecc. ecc. La legge prevede inoltre l’istituzione, presso il ministero dello Sviluppo Economico, di un Comitato tecnico per le attività subacquee e iperbariche, che ha il compito di proporre norme tecniche, di aggiornare e coordinare le procedure, mantenere i rapporti con gli organismi di certificazione internazionale e così via. Anche il governo è d’accordo sull’esigenza di un complessivo riassetto normativo del comparto: nel marzo del 2016, rispondendo a un’interrogazione al Senato dello stesso Di Biagio, su un tragico incidente costato la vita a un sommozzatore della Polizia, intervenuto sul fiume Brenta per recuperare il corpo di una donna, il sottosegretario al Mise, Antonio Gentile, sottolineò la necessità di approvare la legge di riordino “in tempi celeri”. Per la verità nella scorsa legislatura il testo era stato approvato dalla commissione competente in sede legislativa alla Camera, ma poi la legislatura è stata anticipatamente interrotta e l’iter è stato azzerato. Ora la pdl – composta da 26 articoli – è ferma in commissione Attività produttive al Senato in attesa dei pareri sulle compatibilità finanziarie dalla commissione Bilancio. “La legge – ha spiegato Di Biagio all’Adnkronos- non solo non comporta alcun aggravio per il bilancio dello Stato ma è attesa da tutti gli addetti ai lavori che con le loro competenze ci hanno aiutato a elaborare un testo veramente esaustivo e funzionale, che colma i tanti vuoti e rimuove le sovrapposizioni che si sono determinate nel corso degli anni. Mettiamo fine a una sostanziale anarchia a un disordine che va a colpire i sub ad elevata professionalità, come gli appassionati o chi svolge attività ricreativa“. “Il primo aspetto – ha concluso Di Biagio – l’elemento di fondo che si è cercato di salvaguardare è che in tutte le attività che si svolgono nell’ambito subacqueo è imprescindibile e inderogabile il diritto-dovere di accesso, da parte di tutti, e le garanzie sulla sicurezza antinfortunistica, strettamente legata all’attività specifica“.

Condividi