Occhio alla moda “gluten free”, può aumentare il rischio diabete

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Consumare cibi ‘gluten free‘ è diventata una moda anche tra chi non è costretto a farlo perché soffre di celiachia. Ma l’abitudine fine a se stessa rischia di aumentare le probabilità di sviluppare diabete di tipo 2, avverte un gruppo di ricercatori di Harvard. In una ricerca presentata a Portland, alle Epi/Lifestyle Scientific Sessions 2017 dell’American Heart Association, Geng Zong e colleghi del Dipartimento di nutrizione dell’ateneo statunitense hanno infatti osservato che “mangiare più glutine può essere associato a un minor rischio di diabete” adulto, pari a un -13%.
Una piccola percentuale della popolazione non tollera il glutine per via di una malattia celiaca o di sensibilità alla proteina“, premettono i ricercatori. “Tuttavia la dieta gluten free – notano – è diventata popolare anche fra chi non presenta queste condizioni, nonostante ci sia carenza di evidenze che dimostrino come ridurre il consumo di glutine produca benefici di salute a lungo termine“. Alla luce del trend, sottolinea Zong, “abbiamo voluto capire se il consumo di glutine può influenzare in qualche modo la salute delle persone che non hanno apparenti ragioni mediche per evitarlo“.
Aggiunge lo studioso: “Gli alimenti gluten free spesso contengono meno fibre, vitamine e minerali“, cosa che li rende “meno nutrienti e tende ad aumentarne il prezzo. Le persone non celiache dovrebbero riconsiderare i limiti all’assunzione di glutine“, suggerisce l’autore in un’ottica di “prevenzione delle malattie croniche, specie del diabete“.
Nella ricerca – uno studio osservazione a lungo termine che ha valutato l’entità del consumo di glutine e i suoi effetti nei partecipanti a 3 maxi studi nazionali, per un totale di quasi 200 mila persone – gli scienziati hanno calcolato che la maggior parte aveva un consumo di glutine inferiore a 12 grammi al giorno. E hanno osservato che, all’interno di questo range, quelli che mangiavano più glutine mostravano un rischio ridotto di sviluppare diabete di tipo 2 nei 30 anni di follow-up.
Chi assumeva meno glutine, inoltre, tendeva a introdurre meno fibre cereali: un ingrediente noto per proteggere dalla malattia del sangue dolce. Tenendo contro anche di questo fattore, gli studiosi hanno concluso che le persone nella fascia più alta di consumo di glutine avevano una probabilità del 13% inferiore di ammalarsi di diabete 2, rispetto a quelle nella fascia più bassa di assunzione della proteina.
Nella ricerca erano i partecipanti ai 3 studi che riferivano il loro consumo di glutine, e il lavoro è osservazionale“, tengono a puntualizzare gli autori che ritengono quindi opportuno “confermare i risultati con altre ricerche“. Anche perché “la maggior parte dei partecipanti hanno preso parte agli studi prima che le diete gluten-free diventassero popolari, quindi mancano dati relativi a chi si astiene dal glutine” solo perché pensa faccia bene. (AdnKronos)

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