Ricerca, farmacologo: non stupisce l’effetto smart drug sui giocatori di scacchi

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Smart drug per giocare meglio a scacchi? L’effetto registrato dai ricercatori tedeschi non stupisce il farmacologo Silvio Garattini, direttore dell’Irccs Mario Negri di Milano. “Si tratta, tutto sommato, di un effetto in armonia con quanto si sa su questi farmaci – dice l’esperto all’Adnkronos Salute – Ricordo infatti che si tratta di stimolanti, e che in particolare il metilfenidato si usa nei bambini con deficit di attenzione. Il fatto che i giocatori abbiano impiegato più tempo per fare la loro mossa, lascia pensare che il loro pensiero sia stato più profondo, e che le molecole abbiano agito proprio sulla capacità di attenzione“. Dunque, “ammesso che lo schema sperimentale sia adeguato, la differenza ottenuta con le sostanze è statisticamente significativa ma non importantissima. E potrebbe essere ottenuta anche con altri stimolanti. Certo – conclude Garattini – è la prima volta che questo effetto viene dimostrato nel gioco degli scacchi“.

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