“La fantascienza marziana continua a produrre storie stimolate sempre dalla prospettiva di un futuro sbarco umano e dalla conseguente idea della colonizzazione. Marte, dunque, rimane un oggetto del desiderio sempre più vivo. E continuerà ad esserlo, almeno fino a quando l’uomo non lo avrà davvero conquistato. E il mito dei marziani, nato con gli sguardi di Giovanni Schiaparelli dall’osservatorio milanese di Brera, conserva la sua irresistibile attrazione alimentando indirettamente la spinta verso l’esplorazione nella consapevolezza che Marte sia l’unico pianeta sul quale l’umanità può immaginare un futuro al di fuori della Terra“. Così si conclude l’entusiasmante saggio di Giovanni Caprara, giornalista scientifico e Presidente dell’UGIS, edito dall’Utet (pp. 264, 16 euro), “Rosso Marte”, in libreria da ottobre 2016. Il volume, prettamente scientifico, ripercorre tutta la storia dell’umanità nel suo rapporto con Marte, dal mito del pianeta rosso alle prime antichissime osservazioni fino alle più pragmatiche ambizioni di sbarco umano dopo l’arrivo dei rover che già da tempo ci consentono di conoscere molti dettagli di Marte. Caprara riesce a raccontare una storia bellissima che ha in gran parte vissuto da testimone diretto nella sua vita di attento cronista scientifico.
Nel libro, Caprara ripercorre le prime grandi scoperte raccontando anche il lato umano dei più grandi astronomi e studiosi che si sono occupati di Marte, da Schiaparelli a Percival Lowell passando per Camille Flammarion e arrivando agli investimenti privati degli imprenditori che nel terzo millennio stanno supportando in modo fondamentale l’esplorazione spaziale. Con una convinzione: la Terra diventerà troppo piccola per un’umanità sempre più numerosa, ricca e ambiziosa. E la ricerca di un habitat ideale su un altro pianeta diventa inevitabile, a breve termine. E Marte rimane ancora oggi il luogo ideale per i primi insediamenti umani, con i progetti di terraforming che sono già molto più di un “delirio fantascientifico”, come erroneamente qualcuno li etichettava fino a qualche anno fa.