Salute, Avis: ad oggi 1,3 milioni di donatori di sangue e oltre 3 mila sedi

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Era il 1927 quando il medico Vittorio Formentano riunì l’Associazione di volontari italiani del sangue, un piccolo gruppo di 17 persone che nel giro di qualche mese rispose alla chiamata a donare. Oggi, a 90 anni dalla sua fondazione, Avis può contare 1,32 milioni di volontari, registrando negli ultimi 30 anni una crescita di quasi il 90% del numero di iscritti e del 60% nel numero di donazioni effettuate. Per le celebrazioni dell’anniversario, l’Associazione ha presentato gli ultimi dati della sua attività, raccolti nello studio ‘Avis: 90 anni di impegno nella medicina e nella società’, in un incontro al Senato, alla presenza del presidente del Senato, Pietro Grasso. “I risultati raggiunti sono straordinari sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo – ha detto il presidente Avis nazionale, Vincenzo Saturni – Il numero di soci e di reti distribuite sul territorio dimostra che siamo un reticolo sociale significativo. Inoltre riusciamo a garantire il 70% del totale del sangue necessario per tutti i malati che ogni giorno devono essere trasfusi negli ospedali italiani. Ogni giorno trasfondiamo più di 1.700 pazienti con più di 8.600 emocomponenti e questo grazie alla disponibilità quotidiana dei donatori, riuscendo a garantire quantità, qualità e sicurezza per gli ammalati“. La ricerca, condotta dall’Università di Palermo e dall’Università dell’Insubria, evidenzia che degli 1.320.250 soci iscritti a livello nazionale, al 31 dicembre 2015 i donatori sono 1.282.025. Le macro-area del nord-ovest e del nord-est contribuirebbero maggiormente alle quote totali, rispettivamente con percentuali che oscillano tra il 30,5% e il 34,8% per il nord-ovest e il 24,7% e il 25,6% per il nord-est. Percentuali che scendono man mano che ci si sposta verso il centro e il sud Italia. Le regioni che contribuiscono maggiormente sono la Lombardia (20,1%-24%), l’Emilia Romagna (11%-12,2%), il Veneto (10%-10,4%) e il Piemonte (8,7%-8,9%). Le Regioni che contribuiscono meno sono quelle più piccole, Valle d’Aosta, Molise, Friuli Venezia Giulia e Svizzera. In tutto le donazioni effettuate nel 2015 sono 2.058.763. Ma se Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Veneto, Liguria, Valle d’Aosta e Piemonte superano la media nazionale di 1,61 donazioni annue per donatore, la Campania, il Lazio e il Friuli Venezia Giulia mostrano il rapporto medio donatore-donazione più basso, inferiore a 1,3. Nel 2015 Avis può contare di 3.418 sedi sul territorio italiano, di cui 95,6% sono sedi comunali. La macro area che possiede più sedi (30,9%) è il nord-ovest, a cui segue il nord-est (23,2%), poi il sud (17,7%) e il centro (17,6%) e infine le isole (10%). La Regione con un maggior numero di sedi è la Lombardia (664) e un grosso contributo (più del 10% a testa) è dato anche da Veneto ed Emilia Romagna. “L’obiettivo per i prossimi anni – ha aggiunto Saturni – sarà avvicinare le fasce giovanili al tema della donazione e creare allo stesso tempo cittadini solidali. Questo è un valore aggiunto che ci differenzia dagli altri Paesi dove il numero di donatori fidelizzati e periodici è più basso: in Italia l’84% di tutti i donatori è periodico e questo dà garanzia in termini di quantità, qualità, sicurezza, programmazione e continuatività nel tempo“. “Il nostro impegno affianco ad Avis cresce – ha sottolineato Pierluigi Berti, presidente della Società italiana medicina trasfusionale e immunoematologia (Simti) – Nel mondo della donazione i requisiti di matrice europea hanno determinato una serie di mutamenti organizzativi tuttora in atto, che dobbiamo essere capaci di governare in sinergia con il mondo organizzativo. Serve una rete di rapporti sinergici sia a livello centrale che di singole realtà locali, altrimenti sarà difficile essere all’altezza di queste sfide“. “Bisogna perseguire la cultura del dono in modo tenace – ha osservato Emilia Grazie De Biasi, presidente della commissione Igiene e Sanità del Senato – Questo significa gratuità, riconoscimento dell’altro e circolarità, e in questo senso la rete che si è creata nel Paese con Avis è un esempio di cui oggi abbiamo tutti bisogno, soprattutto le nuove generazioni“. L’Associazione dal 1 aprile disporrà anche di un nuovo sito internet, che farà da piattaforma per la nuova campagna di comunicazione #dialettisolidali. L’iniziativa vede protagonisti 13 tra donatori e riceventi a cui è stato chiesto di individuare proverbi dialettali contenenti la parola sangue. Un solo obiettivo: sottolineare che il sangue accomuna tutti, da nord a sud Italia. (AdnKronos)

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