Studiano, lavorano e sono i pilastri della famiglia. Sono mogli e madri e allo stesso tempo manager, ricercatrici ed esperte, spesso di materie tradizionalmente considerate maschili. Hanno competenze altissime, sovente superiori a quelle dei loro colleghi uomini, ma ancora oggi guadagnano meno e sono meno considerate dai media quando si cerca una voce autorevole. Da qui l’idea della Fondazione Bracco di celebrare l’8 marzo presentando un’opera che combatte gli stereotipi di genere, dei quali ancora oggi troppe donne sono vittime.
Il volume si intitola ‘100 donne contro gli stereotipi per la scienza’ ed è stato presentato ieri pomeriggio a Milano nel corso di un evento al quale hanno preso parte la presidente della Fondazione, Diana Bracco, e Luciana Lamorgese, primo prefetto donna del capoluogo lombardo. “Con impegno e dedizione – spiega Lamorgese – i risultati si ottengono”. Questo “è un messaggio che lancio alle donne, ma anche agli uomini”, oltre che “un insegnamento che penso debba essere dato anche ai nostri figli”.
Il volume, in particolare, è dedicato a 100 voci femminili della scienza e contiene una narrazione ricca di emozioni, di tenacia, di vittorie e di sconfitte. Soprattutto di lotte contro i pregiudizi, raccontate dalle stesse protagoniste in prima persona. “Colgo l’occasione della presentazione di questo bel libro – afferma Bracco – per lanciare un accorato appello alle ragazze, specie a quelle più giovani”. Il messaggio è: “Non accettate mai il pregiudizio che vorrebbe le donne meno adatte agli studi tecnico-scientifici e alle relative professioni”. Le studentesse, osserva, “sono per fortuna sempre più numerose, sono bravissime e si laureano con ottimi risultati”. In Bracco, ad esempio, “le ricercatrici sono più numerose dei ricercatori”. Dunque, conclude la presidente e Ad del gruppo, “ragazze, conquistatevi il vostro ruolo nella società con fiducia, coraggio, tenacia e generosità”. (AdnKronos)