Sono esposte alla rocca Albornoz di Spoleto con la mostra “Ospiti in Rocca” sette opere d’arte provenienti dalle zone colpite dal Terremoto del Centro Italia: l’esposizione è stata inaugurata oggi e restera’ aperta fino al 30 luglio. Tre opere provengono dall’Umbria, due dal Reatino e due dalle Marche. “Con questa iniziativa vogliamo mostrare alcune opere d’arte salvate dalle macerie del Terremoto, ma anche sottolineare come ci sia un’Umbria in piedi che attende visitatori e turisti,” ha dichiarato Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria. “Attraverso queste opere d’arte, identitarie dei nostri territori, si riesce da una parte a far capire ai visitatori gli effetti del sisma sul nostro patrimonio storico e artistico e dall’altra, come tutta l’Umbria sta reagendo“.
La mostra servira’ anche a contribuire, assieme alla campagna di crowdfunding, al restauro delle oltre 4 mila opere che finora la Soprintendenza umbra ha recuperato. La mostra e’ stata fortemente voluta dalla Regione Umbria – ha spiegato la presidente – “perche’ dopo la grande solidarieta’ che abbiamo ricevuto nei difficili giorni degli eventi sismici, ora vorremmo che, con altrettanta solidarieta’, tornassero i turisti nella nostra regione”. “Il patrimonio artistico e monumentale – ha aggiunto – e’ l’altro grande ferito di questi terremoti. L’impegno di tutti, dallo Stato alle Regioni interessate, ai sindaci, alla Protezione civile nazionale e regionale, del Commissario straordinario, e’ di lavorare parallelamente per ultimare gli interventi e garantire ai cittadini una confortevole condizione residenziale e per avviare la ricostruzione privata e pubblica delle case e delle attivita’ economiche, ma anche quella di tutto il patrimonio artistico, monumentale e religioso danneggiato dal sisma”. “Dobbiamo recuperare e restaurare questo patrimonio – ha sottolineato ancora la presidente – perche’ esso rappresenta la nostra identita’ e la nostra storia. Vorrei, infine, rassicurare tutti circa il fatto che le opere ora custodite nel deposito di Santo Chiodo saranno ovviamente restituite e ricollocate, dopo gli interventi di restauro e ricostruzione, nei luoghi di provenienza”.