I disturbi legati al passaggio dall’ora solare a quella legale dipendono dal fatto che il nostro organismo reagisce ad una situazione di sfasamento tra l’orologio biologico interno (cd. ritmo circadiano, che regola il rapporto sonno-veglia), e l’orologio “sociale”, che regola la partecipazione di ogni singolo individuo all’azione collettiva. Tra i disturbi più frequenti: sonno, stanchezza, difficoltà di concentrazione, stress psicologico e cardiovascolare.
Secondo alcuni studi, ci sarebbe, inoltre, un incremento degli incidenti stradali dovuto, forse, al calo di concentrazione, connesso al cambio d’ora. Tra le categorie a rischio: i pazienti che soffrono di patologie cardio-vascolari, con pericolo di infarti del miocardio; gli obesi, a causa del cambiamento del metabolismo e i depressi, che spesso vedono acuirsi i propri disturbi a seguito del cambio dell’orologio biologico, così come gli insonni che spesso vanno incontro a un peggioramento della loro condizione. Il cambio dell’ora determina una sorta di jet lag, una condizione clinica che si verifica quado si attraversano vari fusi orari e che induce un’alterazione dei ritmi cardiaci (pensiamo, ad esempio, a chi giunge stanco, assonnato e confuso al termine di un lungo viaggio aereo).
Un ruolo fondamentale, in questo sistema, è giocato dalla temperatura corporea interna: anticipando la sveglia, durante la prima settimana la temperatura corporea non raggiunge il livello “standard” e così sopraggiungono stanchezza e stress. In assoluto, le persone più sensibili agli effetti tipo “jet lag” dell’ora legale pare siano quelle che tendono a svegliarsi più tardi; mentre i mattinieri ne risentono di meno. Alcuni impiegano fino a tre settimane per abituarsi, per altri basta un giorno. Più a rischio le persone che possiedono un sistema ormonale ed endocrino più sensibile ai cambiamenti del clima. I sintomi “negativi” vanno da sonnolenza e spossatezza fino a inappetenza, difficoltà nella concentrazione e abbassamento del tono dell’umore.
Interessante, in proposito, uno studio pubblicato dal Journal of Applied Psychology nel 2012 che ha registrato, all’arrivo dell’ora legale, un’impennata nella quantità di tempo che i lavoratori perdono a “cyberoziare”, ossia a navigare su siti internet totalmente inutili ai fini professionali. Secondo un altro studio svolto in Indiana, nei giorni successivi all’entrata in vigore dell’ora legale, gli studenti ottenevano punteggi del 2% più bassi nel test SAT, l’esame di ammissione al college. Parte della comunità scientifica, al contrario, contesta da tempo l’uso della convenzione dell’ora legale, sottolineando, al contrario dei dati forniti da Terna, che il risparmio in termini economici e di impatto ambientale sia irrisorio rispetto al consumo dell’intero anno, spingendosi oltre, dicendo che in un mondo che cambia e che “divora” energia, le lampadine elettriche, sempre più spesso a basso consumo, sono destinate a diventare una voce di spesa sempre più irrilevante.
Quanto ai disturbi del sonno, c’è chi sostiene che le loro cause debbano ricercarsi nei ritmi lavorativi sempre più frenetici e non nello spostamento delle lancette dell’orologio di soli 60 minuti. Dato che i bimbi sino ai 14 anni, maggiormente legati alle proprie abitudini e più facili all’irritabilità se dormono poco sono tra i soggetti più a rischio “disturbi da ora legale”, alcuni pediatri sottolineano che si può ovviare al loro stato di malessere sfruttando le giornate del week end per stare all’aperto, riducendo il periodo di adattamento.