Un nuovo sistema di coltivazione quasi del tutto autosufficiente è pronto ad essere spedito in orbita, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La piccola serra made in NASA partirà il 19 marzo, con il prossimo cargo di rifornimenti Cygnus.
Il progetto – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – consentirà un incremento delle colture a bordo dell’avamposto dell’umanità nello spazio, permettendo agli scienziati di capire meglio come crescono le piante in condizioni di microgravità. Andrà ad aggiungersi al sistema di coltura denominato “Veggie”, già a bordo della ISS da alcuni anni.
Nelle intenzioni della NASA, queste colture spaziali serviranno non solo per esperimenti botanici, ma anche per capire come gli astronauti possono realizzare un piccolo orto che dia loro cibo nel corso di future missioni di lunga durata, come un possibile primo viaggio verso Marte.
La prima piantina ad essere coltivata nel nuovo habitat vegetale della ISS sarà l’Arabidopsis, organismo modello negli esperimenti di genetica e biologia molecolare delle piante.
Il sistema contiene più di 180 sensori, in grado di fornire ai ricercatori informazioni in tempo reale su diversi parametri vitali per le piante, come temperatura, ossigenazione e livelli di umidità.
“La principale differenza di questo sistema, se confrontato con “Veggie”, è che richiede un intervento minimo da parte degli astronauti”, spiega Bryan Onate, project manager del programma. Il nuovo habitat verrà, infatti, attivato dagli astronauti a bordo della ISS, ma controllato da Terra dal Kennedy Space Center, in Florida.
“Stiamo imparando come crescono le piante nello spazio – conclude Onate -, in modo da massimizzare il risultato, riducendo al minimo le risorse necessarie per raggiungerlo”.