Una missione verso Marte: dove atterrare? L’analisi di SpaceX

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La corsa al pianeta rosso si sta facendo via via più concreta, dall’individuazione dei possibili scenari esplorativi al lancio di vere e proprie call for Mars.

L’obiettivo condiviso, Stati Uniti in testa, è mandare la prima capsula su Marte entro il 2020 e realizzare la prima missione con equipaggio negli anni ’30.

Per realizzare questi ambiziosi obiettivi, l’agenzia privata SpaceX – che ha promesso da tempo la ‘conquista’ del quarto pianeta del Sistema Solare – sta lavorando gomito a gomito con la NASA per identificare i siti marziani più adatti all’atterraggio.

Questi studi – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – dovrebbero servire per ‘pilotare’ innanzitutto la capsula Red Dragon, versione marziana dell’ormai famosa spacecraft SpaceX usata per missioni cargo sulla ISS, che sarà lanciata a bordo del razzo Falcon Heavy. Ma, in un futuro neppure troppo lontano, saranno utili anche per l’organizzazione delle missioni manned su Marte.

“La selezione dei siti di atterraggio sul Pianeta Rosso – spiega Paul Wooster di SpaceX – si basa su diversi criteri. Uno di questi è l’accesso a grandi quantità di ghiaccio vicino alla superficie marziana, che a lungo termine potrebbe ospitare insediamenti umani. Un altro è la vicinanza all’Equatore, che potrebbe garantire migliori condizioni termiche.”

Due criteri probabilmente difficili da soddisfare allo stesso tempo, riconosce Wooster, ma è importante tenerli bene a menti entrambi: per questo il ‘compromesso’ potrebbe essere un luogo che si trovi a una latitudine di non oltre 40 gradi dall’Equatore marziano.

La compagnia di Elon Musk, in collaborazione con gli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della NASA, ha per ora individuato quattro regioni nell’emisfero settentrionale di Marte che sembrerebbero soddisfare questa condizione di base.

Tre di queste – Deuteronilus Mensae, Phlegra Montes e Utopia Planitia – sembravano molto promettenti nelle immagini raccolte da CTX, la fotocamera a media risoluzione del Mars Reconnaissiance Orbiter, ma il verdetto è stato messo in discussione dai dati ad alta risoluzione raccolti da HiRISE, a causa di un terreno troppo roccioso.

La quarta regione, Arcadia Planitia, sembrerebbe invece soddisfare i requisiti di SpaceX anche nelle immagini più dettagliate, ma ulteriori verifiche saranno comunque necessarie. Il delicato processo di selezione dei siti marziani migliori è dunque ancora work in progress.

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