La Strategia nazionale di sviluppo sostenibile “avrà il compito di definire il percorso strategico per la trasformazione della nostra realtà economica e ambientale in risposta ai mutamenti in atto a livello globale”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti nel documento che è stato acquisito dalle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, in occasione dell’audizione di ieri sulla revisione della Strategia Energetica Nazionale. Documento nel quale il ministro assicura che “la finalizzazione formale della strategia, con la sua approvazione presso il Cipe, sentita la conferenza Stato Regioni, avverrà entro l’anno”.
L’aggiornamento della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile approvata nel 2002, previsto dal collegato ambientale, “non può non tener conto della Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale dell’Onu sull’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” e “si fonda sui principi della condivisione delle visioni e del coinvolgimento dei soggetti che sono parte attiva nello sviluppo sostenibile della società”.
Dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile in tema di consumo e produzione energetica, “il nostro Paese vanta delle buone prestazioni nel contesto dei Paesi sviluppati”, sottolinea Galletti.
Gli obiettivi della Strategia Nazionale per lo sviluppo sostenibile.
Accesso per tutti, entro il 2030, a servizi energetici puliti, economici, affidabili, sostenibili e moderni. “In quest’ottica, si prevede di aumentare considerevolmente, entro il 2030, la quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia – spiega il ministro dell’Ambiente – La quota di rinnovabili sul consumo finale lordo è passata nell’ultimo decennio dal 7,5% al 17,1% e nel 2015 si è registrato un ulteriore incremento del 17,3%. L’incremento più evidente si è osservato nel settore dei trasporti mentre più lieve, ma sempre sostanziale, nel settore della ricerca e sviluppo e in quello elettrico”.
Altro obiettivo: promuovere azioni per combattere il cambiamento climatico rafforzando in tutti i Paesi la capacità di ripresa e di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali. In questo contesto, nel 2014 l’Italia si è dotata di una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici che “contiene un compendio di conoscenze scientifiche e di misure e fornisce un quadro generale dei problemi derivati dagli impatti dei cambiamenti climatici utili alle autorità competenti nel processo di individuazione delle necessarie azioni di adattamento nazionali”.
Previsto, inoltre, di migliorare l’istruzione e la sensibilizzazione e su questo fronte, sempre nel 2014, l’Italia si è dotata delle nuove Linee guida sull’Educazione Ambientale, frutto del lavoro coordinato tra il ministero dell’Ambiente e il ministero dell’Istruzione. “Nell’anno 2014 – sottolinea Galletti – si registrano 579 stage/tirocini, 229 corsi formazione, 6.316 partecipanti”.
Obiettivi in materia di conservazione della biodiversità. “A seguito delle prime risultanze del processo di fitness check ancora in corso, il Governo sarà impegnato a rafforzare la piena applicazione della direttiva Habitat e della direttiva Uccelli”. Inoltre, continua Galletti, “il Governo in linea con la revisione intermedia della strategia europea per la biodiversità al 2020, sarà impegnato a dare attuazione alle indicazioni della revisione di medio termine della strategia nazionale per la biodiversità fino al 2020, sancita con intesa del 26 maggio 2016 dalla conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni”.
In relazione alle Direttive Habitat e Uccelli e alla Strategia Europea per la Biodiversità al 2020, “si segnala l’impegno a livello centrale e delle Regioni per la piena attuazione delle Direttive, anche in relazione ai casi di contenzioso comunitario ancora aperti”.
Accesso universale ed equo all’acqua potabile. “Si registra un trend in crescita, grazie al progressivo miglioramento dei servizi” e “il target può considerarsi realizzabile su scala italiana – spiega il ministro dell’Ambiente – in quanto la rete di distribuzione idrica è potenzialmente già in grado di soddisfare la quasi totalità della popolazione”.
“Tuttavia – aggiunge – è necessario migliorare la gestione del sistema idrico, soprattutto in alcune Regioni, incrementando da una parte l’efficienza della rete distributiva per evitare le irregolarità e i disservizi che si verificano di frequente nei periodi di siccità, e, dall’altra, il controllo delle perdite nelle reti di distribuzione che sono ancora altissime, con un valore medio di dispersione del 32% e punte in molte aree del paese, non solo al sud, dell’ordine del 40-45%”. (AdnKronos)