Per garantirsi un prodotto di qualità accertarsi al momento dell’acquisto che il baccello delle fave sia turgido, di colore brillante e senza macchie, lucido e di forma regolare, ma ad autenticarne la qualità e, in particolar modo, la freschezza, è lo schiocco che deve fare il baccello quando lo si spezza. E’ quanto afferma la Coldiretti che in vista della festa del lavoro ha organizzato iniziative nei mercati di Campagna Amica in molte città (il programma su www.campagnamica.it) per offrire consigli per gli acquisti a quanti non intendono rinunciare alla tradizionale pic nic nel verde, dai segreti per le grigliate migliori ai trucchi per riconoscere la freschezza delle fave o sul miglior pecorino per il tradizionale abbinamento. A proposito del celebre formaggio, la scelta per l’abbinamento con le fave può essere soggettiva, ma i preferiti sono il pecorino romano “con la goccia” o quello semistagionato da tavola, meno saporito ma più dolce al palato. Consumare formaggio pecorino in occasione del primo maggio significa anche salvare una tradizione secolare che svolge una funzione insostituibile di presidio anche nelle regioni colpite dal sisma dove si contano circa 4mila pastori terremotati del Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria dove secondo la Coldiretti (www.coldiretti.it), solo nei 131 comuni del cratere, sono allevate 213mila pecore e capre #SalvaUnPastore.
Piu’ di un italiano su cinque (21%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ ha scelto per il primo maggio di fare una gita fuori porta, anche con il classico picnic nel verde con le tradizionali grigliate molto diffuse lungo tutta la Penisola, ma anche con i piatti tipici dei diversi territori dai vovi e sparasi in Veneto alle fave con il pecorino nel centro Italia, fino al pane cunzato con le acciughe in Sicilia.
Se negli anni Sessanta a fare da tavola alle buone pietanze della scampagnata – continua la Coldiretti – era un rigoroso plaid a scacchi oggi si utilizza una pratica valigetta che al suo interno contiene tavolino e sedioline pronte all’uso con piccoli e semplici gesti. Il tradizionale cestino porta vivande realizzato in vimini adesso ha lasciato il posto ad una più moderna borsa frigo che mantiene al fresco e al sicuro i cibi preparati da casa. A cambiare sono anche posate, piatti e bicchieri che in un picnic moderno sono assolutamente biodegradabili mentre prima si era costretti a portarsi da casa stoviglie pesanti e sicuramente molto più ingombranti. L’attenzione all’ambiente – continua la Coldiretti – si vede anche dal contenimento degli sprechi con contenitori per recuperare gli avanzi come le agribag di Campagna Amica che ha stilato anche un vademecum per la grigliata perfetta.
Per avere un ottimo risultato dalla cottura con il barbecue – continua la Coldiretti – sia che si predispongano grigliate di carne, di pesce o di verdure, il consiglio di base è quello di ricorrere a materie prime di qualità, molto meglio se Made in Italy, che garantiscono freschezza e genuinità. I tagli di carni bovine italiane, a partire da quelli delle razze bianche come Chianina, Maremmana, Marchigiana, Podolica e Romagnola sono perfetti per essere arrostiti alla griglia, ma anche la braciola di maiale e le salsicce di suino italiano hanno caratteristiche qualitative inappuntabili. Per non parlare delle verdure di stagione – pomodori, melanzane, e peperoni – che ben si prestano ad accompagnare la carne o il pesce grigliato, impegnando il calore residuo reso disponibile dal barbecue dopo la cottura principale. Un perfetto posizionamento del barbecue lontano da luoghi a rischio incendio è la prima operazione necessaria per poter lavorare in sicurezza e con i migliori risultati. Occorre – segnala la Coldiretti – un piano d’appoggio stabile e sicuro. Anche la strumentazione deve essere adeguata: non possono mancare graticola, pinze, pennello e guanti. Norma fondamentale è che il barbecue non può mai essere lasciato incustodito, ma deve essere vigilato a vista soprattutto in presenza di bambini che vanno tenuti a debita distanza. Per realizzare una buona brace – continua la Coldiretti – è consigliabile impiegare della carbonella di qualità. Il legno può trasmettere dei profumi al cibo, ma anche rovinarne i sapori se troppo ricco di resina.
La cottura delle pietanze deve essere avviata soltanto quando le fiamme sono sparite: l’ideale – precisa la Coldiretti – è la carbonella ardente coperta da cenere spenta. Anche il posizionamento della griglia e la sua distanza dalla carbonella deve tener conto della forza del calore emanato. E’ buona norma non rigirare continuamente le pietanze sulla griglia, evitando di bucare la carne per vedere se è cotta. Dopo la cottura – informa la Coldiretti – i cibi vanno sistemati su un tagliere di legno con bordi scanalati e fatti riposare qualche secondo prima del taglio. A conclusione della grigliata – conclude la Coldiretti – spegnere la carbonella per scongiurare il rischio che qualche scintilla caduta su vegetazione secca possa innescare un incendio.