Anziani, l’esperto: no a badanti con smartphone-mania, urlatrici e avvenenti

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L’Italia si attesta al secondo posto per popolazione più anziana al mondo dopo il Giappone ma in Europa realizza il primato. Nel nostro Paese il 21,4% dei cittadini è over 65 e il 6,4% è over 80. Tra questi sono ben 2 milioni gli anziani ad avere bisogno di una badante, per una spesa media annua di 14 mila euro in Lombardia, fino ai circa 9 mila del Piemonte. “I sistemi sanitari dovranno adeguarsi sempre più alle esigenze degli anziani e le famiglie avranno bisogno di sostegno per l’assistenza, ora demandata alle donne, figlie, mogli o parenti nel 92,9% dei casi”, dichiara Francesco Lorenti, ceo e founder di Progetto famiglia network, rete che conta 30 centri di assistenza in Italia dedicati alla cura degli anziani, dei malati e dei disabili.
Ma quando ci si trova di fronte alla necessità di scegliere una persona che si prenda cura del proprio caro ammalato, quali sono i criteri di scelta? “Il colloquio per scegliere il o la badante è fondamentale per verificare i requisiti del candidato, il livello di empatia, la disponibilità e la motivazione – sostiene Lorenti – Chi necessita di un caregiver di solito ha in mente un profilo ‘ideale’ e delle richieste ben precise”. Ecco allora il vademecum per scegliere la badante ideale secondo Progetto famiglia Network:
1) Le competenze: la persona selezionata deve avere almeno un paio d’anni di esperienza nel settore e un attestato di un corso di formazione in area sociosanitaria (Oss, Osa). Fondamentale poi, ancor prima di verificare le referenze, è che tutti i documenti siano in regola e che se il candidato è straniero, sia in possesso di regolare permesso di soggiorno.
2) Le referenze: chi sceglie una persona per badare ai propri cari si sente infinitamente più tranquillo se può verificare l’incarico svolto in precedenza e il livello di soddisfazione dei precedenti datori di lavoro.
3) La lingua: la persona deve saper parlare l’italiano. Basti pensare che spesso vengono richieste badanti che capiscono il dialetto.
4) La cucina: è un aspetto ugualmente fondamentale. La badante deve saper cucinare, così come deve essere in grado di assistere fisicamente e psicologicamente l’anziano, curarne l’igiene personale.
5) Le nuove abitudini: le famiglie richiedono esplicitamente e sempre più spesso caregiver non smartphone-dipendenti. Spesso la badante è straniera e passa molto del suo tempo sui social network per comunicare con parenti o amici lontani ma questo tempo viene sottratto al malato o alla persona da assistere, che si sente di conseguenza abbandonata a se stessa.
6) L’aspetto fisico: ha una valenza ma nel caso della scelta della badante avviene il contrario di ciò che ci si aspetterebbe. Se la caregiver è donna le famiglie spesso richiedono esplicitamente che non sia troppo avvenente. Vogliono evitare il rischio che l’anziano perda la testa e chieda alla badante di sposarlo, con conseguente perdita dell’eredità.
7) Il tono della voce: spesso è richiesto che il badante non abbia un tono di voce troppo alto. Molti anziani infatti sono ‘scombussolati’ dalla modulazione molto squillante di alcuni caregiver, di provenienza soprattutto dell’Est Europa o dall’Asia.
A volte però l’istinto di chi sceglie conta più di un buon curriculum nella scelta della persona. Anche per chi cerca un care giver di professione. (AdnKronos)

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