Boldrini: “La conoscenza sarà il petrolio del futuro”

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“Oggi il tema del contributo della conoscenza al Paese si pone in termini più cruciali, noi viviamo nella globalizzazione e nella rivoluzione digitale, non si può prescindere dalla conoscenza. I nostri giganti dell’economia puntano alle reti finanziari, alle università di eccellenza e ai centri di ricerca, su questi si punta oggi per essere competitivi, sarà la conoscenza il petrolio del futuro”. Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, introducendo la presentazione del rapporto 2017 di Italiadecide, ‘Università, ricerca, Crescita’ alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “L’Italia può farcela, può recuperare il gravissimo ritardo che oggi vive ma a tre condizioni: che si batta sempre di più per raggiungere un’interazione politica europea che ci deve portare ad un’unione federale degli stati, servono poi piu’ investimenti nell’università e nella ricerca e maggiore integrazione tra universita’ e mondo delle imprese- ha continuato – All’Italia non mancano i fondamentali, le nostre universita’ sono in grado di produrre cervelli, i nostri giovani sono sempre molto ricercati a livello internazionale, e poi non mancano le imprese”. Italiadecide, ha spiegato Boldrini “con i suoi rapporti annuali sempre contributi preziosi, analisi e proposte su temi che ci riguardano direttamente come paese. L’anno scorso si e’ affrontato il tema del digitale, tema da cui non si può più prescindere. Poi si e’ tratto il tema della semplificazione nella pubblica amministrazione, il tema del turismo e della sua valorizzazione e mi fa piacere che tutto cio’ sia sempre accaduto alla Camera, la politica ha bisogno del contributo della cultura”. “Al centro del rapporto di quest’anno c’è la conoscenza, la cultura, e nonostante alcuni indicatori abbiano il segno positivo, l’Italia non riesce ancora a incamminarsi sul sentiero della ripresa e della crescita e questo comporta effetti pesanti soprattutto sul tema del lavoro, sulla crescita delle fasce di povertà, sulla tenuta del tessuto produttivo – ha concluso – Nella nostra politica ormai è maturata la convinzione che è giunto il momento di voltare pagina rispetto alle politiche di austerità, bisogna mirare alla crescita, al rilancio dell’occupazione. Poi ci sono diverse ricette, ma non c’è dubbio che cultura, ricerca e università siano le leve più importanti per la ripresa dell’economia”.

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