E’ allarme siccità in Italia con temperature massime superiori di 2,5 gradi la media e il calo del 53% delle precipitazioni a marzo che hanno fatto scendere insolitamente il fiume Po in magra allo stesso livello di inizio estate dello scorso anno. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Ucea e del monitoraggio del piu’ grande fiume italiano al Ponte della Becca dove le anomalie sono particolarmente evidenti con un livello idrometrico di appena -1,91 metri, quasi un metro in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le precipitazioni in Italia – sottolinea la Coldiretti – sono risultate sotto la media lungo tutto l’inverno con un picco negativo a dicembre in cui è caduta addirittura il 67% di acqua in meno sulla Penisola. Il livello del fiume Po è esemplificativo delle difficoltà dei principali bacini idrografici del Paese. Le situazioni più critiche si registrano in Lombardia dove il livello delle risorse idriche è il più basso degli ultimi dieci anni secondo il bollettino pubblicato da Arpa. Una situazione preoccupante perché la pioggia e le nevicate invernali – spiega la Coldiretti – sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante alla ripresa vegetativa primaverile per crescere e garantire i raccolti. Si tratta però solo dell’ultimo segnale dei profondi cambiamenti nella disponibilità di acqua e nella distribuzione della pioggia in Italia con la tendenza alla tropicalizzazione del clima che ha provocato danni alla produzione agricola nazionale, alle strutture e alle infrastrutture per più di 14 miliardi di euro nel corso di un decennio. Siamo di fronte – precisa la Coldiretti – agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestando con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana perché si moltiplicano gli sfasamenti stagionali e gli eventi estremi con precipitazioni brevi, ma intense e il repentino passaggio dal maltempo al sereno. I cambiamenti climatici – osserva la Coldiretti – impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Servono – conclude la Coldiretti – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.