L’aumento costante dei prezzi dei prodotti alimentari, la sovrappopolazione e i problemi ambientali sono solo alcuni dei campanelli di allarme che accendono molti riflettori su quella che sarà l’alimentazione umana nei prossimi anni. Premesso che una larga fetta della popolazione mondiale inserisce già per tradizione gli insetti nella dieta (es. bruchi e cavallette sono molto popolari in Africa, le vespe sono una prelibatezza in Giappone, i grilli sono mangiati tutti i giorni in Thailandia), la dieta degli insetti potrebbe davvero rappresentare il regime alimentare del futuro.
Gli insetti, come noto, sono ricchi di proteine, fibre, colesterolo buono, vitamine e minerali. Allevarli richiede meno terra e meno cibo rispetto a mucche, maiali e pecore ed essi emettono molto meno gas serra rispetto al bestiame. L’entomofagia (consumo di insetti) è un ottimo sistema per eliminare i parassiti senza ricorrere ad insetticidi, può dar vita a nuove forme di occupazione, specie nei paesi tropicali in via di sviluppo. Sono circa 1400 le specie di insetti commestibili e, quanto al gusto, sono in molti a sostenere che le formiche siano dolci e simili a noccioline, le cimici sappiano di mela, le larve di falena abbiamo un gusto piccante e le camole del miele offrano, al palato, un piacevole retrogusto di mandorle.
Riusciranno gli insetti a “spuntarla” sulla cucina tradizionale, diventando l’alimentazione per eccellenza del futuro?! Ce’ chi parla di moda, così come è stato per il sushi e la cucina molecolare mentre altri vedono, in questa dieta, una delle soluzioni alla fame nel mondo. Nonostante la sola idea di mangiare insetti inorridisca i palati più delicati, in fin dei conti, tutti, ogni giorno, ingeriamo insetti con la normale alimentazione in quanto presenti, in forma macinata, in farine, uova, salse di pomodoro ecc.