La tardiva ondata di freddo che ha colpito gran parte dell’Europa centro-orientale ha prodotto anche delle nevicate veramente “eccezionali” per il periodo che hanno paralizzato intere regioni lungo il confine fra il nord-est della Romania e la Moldavia. Una vera e propria tempesta di neve ha duramente colpito la capitale della Moldavia, Chisinau, dove in 36 ore sono caduti la bellezza di ben 57 cm di neve fresca. Difatti dei 74 mm accumulati in questo lasso di tempo, oltre la metà sono risultati di carattere nevoso. La mattina di venerdì 21 aprile 2017, alla fine delle intense nevicate, il manto nevoso che si era depositato sul terreno aveva raggiunto uno spessore di ben 57 cm. Si tratta di un accumulo nivometrico veramente “eccezionale” per il mese di aprile, specialmente se ci riferiamo per l’ultima decade del mese di aprile. Già in inverno in Moldavia è molto difficile assistere a nevicate così abbondanti, capaci di scaricarti oltre mezzo metro di neve fresca in poco più di 24 ore. Figuriamoci a metà primavera, all’inizio dell’ultima decade del mese di aprile che solitamente dovrebbe sancire l’ingresso della stagione calda nei climi continentali dell’Europa orientale. L’incredibile evento nevoso, che ha colto di sorpresa la popolazione locale, ha bloccato l’intera città, rendendo impossibile la circolazione stradale a causa degli accumuli di neve. Essendo molto bagnata, e quindi piuttosto pesante, la neve caduta in abbondanza ha anche provocato la caduta di almeno 1500 alberi in tutta Chisinau, con almeno oltre 90 macchine danneggiate.
Le attività dell’aeroporto internazionale di Chisinau sono state sospese per diverse ore, mentre la capitale moldava ha dovuto dichiarare lo stato di emergenza. Oltre a Chisinau le forti nevicate delle ultime ore non hanno risparmiato neppure la città di Tiraspol, la capitale della Transnistria, regione secessionista della Moldavia, dichiaratasi indipendente come “Repubblica Moldava della Transnistria” (riconosciuta ufficialmente dalla Russia).
Anche qui molte strade sono state interrotte e rese quasi del tutto impraticabili dagli eccessivi accumuli di neve e dalla caduta di molti alberi, sotto il peso della neve. Ma tantissima neve fresca è caduta anche sui Carpazi che sono tornati ad ammantarsi di bianco, con accumuli che hanno superato il metro di spessore sulle principali vette della Romania, come sul monte Moldoveanu, nelle Alpi Transilvaniche, dove l’accumulo di neve ha superato i 120-130 cm.
L’incredibile tempesta di neve di Chisinau è stata provocata dal passaggio, piuttosto ravvicinato, del “CUT-OFF” che qualche giorno prima si era isolato fra il nord della Croazia e l’Ungheria, prima di allontanarsi verso il nord della Romania, per poi proseguire verso il sud dell’Ucraina. L’intenso sistema frontale a carattere freddo, associato a questo “CUT-OFF”, durante lo spostamento verso la regione carpatica, ha da subito interagito con le masse d’aria molto fredde, di origine polare continentale, che nel frattempo dilagavano ad est delle Alpi. L’avvento delle masse d’aria fredde fino al cuore dei bassopiani dell’Ungheria e della Croazia e della Serbia, ha determinato un consistente calo termico che a sua volta ha contribuito a far abbassare sensibilmente la quota dello “zero termico”, fino a quote molte basse, prossime ai 400-300 metri.
Il sistema frontale spostandosi verso la Romania, la Moldavia e l’Ucraina meridionale, con un minimo depressionario nei bassi strati transitato vicino la città di Odessa, ha richiamato fredde correnti di aria polare continentale, da N-NE e NE, verso l’Ucraina, la Moldavia e la Romania. Il passaggio del sistema frontale, piuttosto organizzato, ha arrecato nevicate diffuse e persistenti, accompagnate dal contemporaneo afflusso di aria decisamente fredda dalla Russia sud-occidentale e dal bassopiano bielorusso, tramite una sostenuta ventilazione da NE, N-NE e Nord.
Questa discesa di masse d’aria davvero fredde, anche in quota, dai bassopiani della Russia sud-occidentale e dalla Bielorussia, tramite l’attivazione di sostenuti, a tratti intensi, venti da N-NE, Nord e N-NO, in successiva rotazione da NO sull’Ucraina centro-occidentale e da O-NO sul nord-est della Romania, non appena il minimo depressionario si è spostato verso il nord della Crimea e in seguito sul Donbass (Ucraina orientale), ha creato l’ambiente ideale per l’avvento di forti nevicate fra il nord-est della Romania, la Moldavia e alcuni Oblast’ dell’Ucraina sud-occidentale, nella regione della Podolia.
Difatti, al traverso del fronte occluso, che presenta caratteristiche fredde, poiché riempito dall’aria fredda in discesa da NE, si è originata una nuvolosità molto compatta ed organizzata che ha arrecato nevicate diffuse e pure intense, accompagnate da freddi e sostenuti venti da N-NE e NE, da “gradiente”, che hanno toccato punte di oltre 40 km/h. Ma a rendere così intense e persistenti le precipitazioni nevose che hanno colpito la regione carpatica, la Moldavia e parte dell’Ucraina sud-occidentale, ci ha pensato il passaggio della “Warm Conveyor Belt” di tipo “reaward”, che dalla Bulgaria e dall’est della Romania risaliva verso la Moldavia e il sud-ovest dell’Ucraina, lungo il lato pre-frontale della circolazione depressionaria. L’enorme quantitativo di umidità contenuto all’interno della “Warm Conveyor Belt”, soprattutto fra i 700 hpa e i 500 hpa, a contatto con la massa d’aria molto fredda presente all’interno della stessa circolazione depressionaria ha reso le precipitazioni a prevalente carattere nevoso, sino a quote pianeggianti.
In questo contesto l’intensità delle precipitazioni, che hanno assunto prevalente carattere nevoso, viene spiegata dal fatto che la “Warm Conveyor Belt”, essendo un flusso convogliatore di aria piuttosto calda alle alte quote, aspirata dalle latitudini sub-tropicali, è in grado di immagazzinare al proprio interno una gran quantità di vapore acqueo fino alla media troposfera, molto più di quanto possa fare una massa d’aria più fredda. Ciò ha permesso di raggiungere il nord della Romania, la Moldavia e il sud-ovest dell’Ucraina mantenendo al proprio interno una enorme quantità di umidità, in grado di rendere le precipitazioni un po’ più forti e diffuse del solito, con i conseguenti abbondanti accumuli di neve.