Sono fermi i lavori al cantiere del gasdotto Tap a Melendugno e, in giornata, saranno effettuati i sopralluoghi per verificare l’entità dei danni causati dagli atti vandalici avvenuti nella notte tra mercoledì e giovedì. A verificare lo stato dei luoghi nell’area di cantiere e in quelle circostanti sara’ il comandante della polizia municipale di Melendugno, Antonio Nahi, che ieri ha denunciato su Facebook le devastazioni effettuate da ignoti, chiedendo ai cittadini che da tre settimane si sono uniti alla battaglia anti-gasdotto di prendere le distanze. “Personaggi giunti da varie parti d’Italia, hanno dissacrato il nostro territorio martoriato la culla dei nostri avi, San Basilio, dove un muro millenario e’ stato abbattuto per farne una sorta di barricata e impedirne ogni transito veicolare – ha scritto il comandante della polizia municipale – noi non abbiamo bisogno di questa gente che si e’ appropriata in maniera inqualificabile di una lotta civile, condotta fino ad oggi con dignita’ e identità“.
Decine di metri di recinzioni metalliche del cantiere sono state divelte, i teli che ricoprivano gli ulivi strappati, viti e bulloni disseminati per terra, smontati pezzi di muretti a secco e del muro millenario di una masseria. Parti delle recinzioni sono state utilizzate per costruire le barricate sulle strade interpoderali e impedire l’eventuale accesso di mezzi al cantiere. Giovedi’ pomeriggio il responsabile della sicurezza del cantiere Tap ha effettuato una verifica insieme a due agronomi, che hanno constatato in particolare le condizioni di salute degli alberi. Tutti i danni, agli ulivi e alle strutture di cantiere, sono stati documentati con fotografie.
La Regione Puglia ha chiesto l’annullamento, previa sospensione, della nota con cui il ministero dell’Ambiente il 17 marzo scorso ha dichiarato ottemperata la prescrizione prevista. Secondo la Regione e il Comune di Melendugno tale prescrizione non si puo’ considerare completamente rispettata e dunque l’espianto non sarebbe possibile nell’immediato. Tap ha comunque fretta di ultimare gli espianti delle piante previste (e che secondo il progetto, a lavori ultimati, dovrebbero essere ripiantate), considerato che dal 30 aprile scatta il limite imposto dal ciclo vegetativo.
Il Tar Lazio ha disposto che i lavori vengano bloccati in via d’urgenza e che la questione della prescrizione A44 venga discussa nella Camera di Consiglio del 19 aprile. Fino a quel momento la protesta del fronte anti-gasdotto non si fermera’, come ha spiegato il Comitato No Tap, prendendo le distanze dagli atti vandalici verificatisi sul cantiere.
“Pensiamo che ognuno sia libero di protestare contro la realizzazione del gasdotto Tap nel modo che ritiene opportuno nel limite in cui il mezzo di lotta non comprometta il fine della lotta stessa – ha scritto il Comitato in un comunicato -. la distruzione del muro di cinta della masseria di San Basilio ci addolora e rappresenta la perdita di una parte del simbolo di questa battaglia. Chi e’ responsabile di quell’atto non combatte contro la Tap, ne’ per il rispetto della nostra storia, della nostra terra, delle nostre genti. Il Comitato No Tap e’ sempre stato lontano da questi atti di incivilta’. Sino al 19 aprile saremo liberi dalla paura degli espianti ma continueremo pacificamente ad ostacolare quest’opera, con ragioni tecniche, politiche e di cuore”.