L’Earth Day (Giornata della Terra), è un momento importante, la più grande manifestazione ambientale che coinvolge tutte le nazioni del pianeta per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia, attraverso la tutela delle risorse naturali, contro l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, la distruzione degli ecosistemi, la scomparsa di numerose piante e specie animali, l’esaurimento delle risorse non rinnovabili sempre più sovrasfruttate.
Istituita dal lontano 1970 in seguito al disastro ambientale, causato dalla fuoriuscita di petrolio dal pozzo della Union Oil al largo di Santa Barbara in California, costituisce ogni anno un momento di profonda riflessione tra il delicato equilibrio esistente tra pianeta Terra e azioni antropiche. Da allora sono stati fatti molti passi avanti, soprattutto in riferimento alle risorse rinnovabili, alla sostenibilità ambientale, allo sviluppo della green economy, ma la maggior parte delle questioni ambientali del pianeta restano irrisolte.
Sull’argomento interviene Francesco Peduto, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, che sottolinea come sia “necessario un vero e proprio cambio di mentalità, per arrivare a vivere in concreta armonia con la Terra, sostituendo al delirio di onnipotenza dell’uomo e all’antropocentrismo imperante un sano biocentrismo”.
“Noi – prosegue Peduto – siamo un tassello della vita sulla Terra e senza le piante, gli animali, l’aria, l’acqua, non potremmo vivere. Il pianeta andrebbe visto per quello che è: un organismo vivente, che respira, si agita, si trasforma, sebbene in tempi geologici”. La conoscenza geologica costituisce quindi un solido basamento su cui fondare la corretta gestione delle risorse in un pianeta mutevole e in continua trasformazione da miliardi di anni.
“E fu proprio un geologo, il russo Vladimir I. Vernadsky – continua il presidente Peduto – il primo scienziato a descrivere la Terra come ‘un singolo organismo gigantesco in evoluzione’. E i geologi, con le loro conoscenze ed i loro saperi, ne sono i principali interpreti, consapevoli di avere il delicato compito, oltre che dovere professionale, di infondere e disseminare conoscenza e consapevolezza”.
Conoscenza delle risorse naturali e ambientali ma “anche dei loro limiti. Consapevolezza che le stesse non sono illimitate e consapevolezza dei georischi che, spesso, sono tali solo per l’inopinata e insensata capacità dell’uomo di non saper vivere in armonia con Madre Terra” conclude Peduto.
Sulla celebrazione della 47ma edizione della Giornata della Terra, interviene anche Vitor Correia, presidente della EFG (Federazione Europea dei Geologi) che rimarca il ruolo della geologia come scienza diversificata, al servizio dell’umanità. Secondo Correia “uno dei fatti più interessanti riguardo ai processi geologici e al loro studio è la loro misura: dagli atomi alle stelle, la geologia include tutte le dimensioni e costituisce la sintesi di una grande varietà di fenomeni e di processi fisici e chimici”.
“L’approccio culturale delle scienze geologiche – prosegue Correia – è diverso rispetto alle altre scienze, in quanto è da considerarsi un giusto compromesso tra scienze sperimentali e quelle umane, particolarità esclusiva del geologo, figura oggi assunta in uso in diversi altri campi come l’esplorazione spaziale, la geoforenza, lo sfruttamento delle acque o la risposta ai rischi naturali”.
Nei festeggiamenti della Giornata Mondiale del pianeta Terra, il presidente dei geologi europei conclude sottolineando l’importante ruolo che la scuola assume nell’insegnamento delle scienze geologiche ed ambientali: “Sto soltanto lottando per i vantaggi, che ci sarebbero per la società moderna, se si insegnasse geologia a scuola, questo è qualcosa che dobbiamo cominciare a fare in tutti i paesi dell’Unione europea. Per il bene dell’Europa, è il momento del ‘mente et malleo’.