Realizzare una rete di assistenza regionale adeguata a garantire la presa in carico continuativa e coordinata dei soggetti con disturbi dello spettro autistico (Dsa). Questo è l’obiettivo che la Giunta regionale della Toscana si è data da tempo, a partire dall’approvazione nel 2008 delle linee di indirizzo per diagnosi precoce e presa in carico delle persone affette da autismo. “In questi anni – questo il bilancio dell’assessore regionale al diritto alla salute e al sociale, Stefania Saccardi in occasione della Giornata mondiale sull’autismo – si è notevolmente diffusa e sviluppata sul territorio regionale sia al fine di favorire il riconoscimento precoce del disturbo sia potenziando la rete dei centri residenziali e semi residenziali”. “Adesso stiamo concentrando l’attenzione – spiega Saccardi – sulla continuità della presa in carico dalla minore alla maggiore età e la definizione di progetti terapeutico-abilitativi che coprano tutto l’arco della vita delle persone, anche grazie al gruppo di lavoro che abbiamo costituito in regione per rivedere e uniformare le linee di indirizzo regionali, tenendo conto anche delle migliori pratiche presenti in alcuni territori della regione”. “Peraltro – sottolinea l’assessore Saccardi – abbiamo deciso, e ci sembra un segnale forte di attenzione, di civiltà e di sostegno concreto per venire incontro a un altro aspetto problematico che riguarda le persone affette da disabilità e da problemi di salute mentale (in cui rientrano i soggetti autistici) senza reti familiari e prive di sostegno, di raddoppiare i fondi governativi assegnati alla Toscana dalla legge nazionale sul “Dopo di noi”, pari a 5,5 milioni di euro. E ne abbiamo subito resi disponibili altrettanti”.”il rafforzamento delle zone distretto previsto con la legge di riordino del SSR si concretizza col potenziamento e un’attenzione nuova ai servizi a alta integrazione sociosanitaria a livelllo locale”. I filoni centrali su cui la Regione Toscana punta in tema di autismo sono la diagnosi precoce, anche attraverso il coinvolgimento attivo dei pediatri di famiglia nello screening previsto a 18 mesi, la presa in carico tempestiva da parte dei servizi di Neuropsichiatria infantile, l’avvio precoce del trattamento specialistico ed intensivo nell’età evolutiva, orientato al mantenimento in età adulta delle abilità acquisite per la maggiore autonomia possibile, anche attraverso esperienze di vita separata dalla famiglia di origine; gli interventi per la continuità terapeutica e il coordinamento dei diversi interventi nel ciclo di vita della persona, affiancati da interventi sul contesto orientati all’attività di supporto alla famiglia e di formazione dei familiari come partner attivi del trattamento. Infine, grande attenzione è data al rafforzamento delle competenze più specifiche degli operatori per favorire la qualificazione degli interventi con l’impiego di metodi e strumenti basati sulle migliori evidenze scientifiche disponibili e il miglioramento del raccordo tra servizi socio sanitari, educativi, di formazione e lavoro. I disturbi dello spettro autistico sono caratterizzati da una compromissione qualitativa della comunicazione e dell’interazione sociale, accompagnate in genere da comportamenti ripetitivi e stereotipati. Un progetto abilitativo rivolto a una persona con autismo (bambino, adolescente, o adulto che sia) non può prescindere dallo sviluppo dell’interazione sociale e della comunicazione, ricorrendo a tutti i canali utilizzabili