Il Governo Gentiloni, alle prese con la quadratura dei conti a seguito della richiesta da parte dell’Unione Europea di una manovra finanziaria correttiva, ha introdotto per decreto legge la tassazione dei cani domestici, provvedimento destinato sicuramente a far molto discutere.
Infatti la nuova tassa viene giustificata non con il fatto che il Governo non sa più dove andare a trovare i soldi, ma con la motivazione che essa rappresenti l’indennizzo alla Comunità per l’inquinamento di cui, a dire del Ministro dell’ambiente, sarebbero responsabili i cani, con esplicito riferimento all’abitudine che questi animali hanno, cioè quella di defecare in strade e giardini pubblici.
Un forte elemento a supporto della decisione adottata dal Governo è la prossima adozione in ambito comunitario del cosiddetto “pet passport” (già in uso nei paesi anglosassoni), documento che si rende necessario per consentire una “adeguata identificazione” degli animali domestici al seguito di cittadini che si recano all’estero e per il loro transito negli aeroporti dell’Unione Europea.
La tassa sui cani è già in uso in tanti altri paesi, ma viene in genere computata in misura fissa. La nuova ICD (imposta sui cani domestici) italiana invece dipenderà da più fattori: la taglia dell’animale (cioè il suo peso) e – elemento di novità assoluta – dal cosiddetto “coefficiente di inquinamento relativo” (CDIR).
Questo coefficiente dipende dalla razza e potrebbe far lievitare – e non di poco – l’importo dell’imposta, sono infatti previsti ben 5 scaglioni (cui corrispondono dei coefficienti moltiplicativi da un minimo di 0.5 fino ad un massimo di 1.8), correlati al “quantitativo ed al potere inquinante degli escrementi mediamente evacuati”, parametri che – dicono al CRN – dipendono in buona misura appunto anche dalla razza canina (oltre che dalla stazza).
Affinché i cani possano essere facilmente identificati da parte degli organi di controllo, sarà obbligatorio corredarli di un apposito collarino omologato in cui dovrà essere riportata, oltre ai normali dati, proprio la razza e il peso dell’esemplare, pena il sequestro dell’animale.
L’elenco delle razze e dei relativi scaglioni di appartenenza sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale non appena l’apposita commissione bicamerale nominata dal Governo lo avrà elaborato.
Per i cani non presenti in elenco o appartenenti a razze ibride o comunque in caso di qualsivoglia altro dubbio, sarà creata un’apposita sezione sul sito dell’Agenzia delle Entrate, attraverso cui i contribuenti potranno inoltrare le foto dei propri cani per l’attribuzione d’ufficio dello scaglione di appartenenza.
Per la nuova tassa, che entrerà in vigore il prossimo 1 Luglio (per il 2017 si pagherà solo il 50%), è previsto un gettito di circa 3.5 miliardi di euro, pari all’importo della manovra correttiva richiesta recentemente da Bruxelles. Ciò significa che per gli oltre 11 milioni di “cani tassabili” presenti in Italia, ogni proprietario dovrà pagare, in media, circa 300 euro. Si parla di cani tassabili in quanto saranno esclusi dall’imposta quelli appartenenti ai pensionati sotto la soglia di reddito minimo.
Al fine di contrastare l’evasione fiscale da parte dei soliti furbetti, eventuali cani a carico dovranno essere inseriti negli stati di famiglia dei contribuenti e denunciati nel modello UNICO. Visto il successo ottenuto con il canone Rai, anche l’ICD sarà pagata con la bolletta dell’energia elettrica.
Qualcuno avrebbe voluto per “par condicio” estendere la tassazione anche ai gatti, ma a seguito del parere negativo del Ministero dell’Agricoltura, che in una nota interna ha precisato: “l’effetto inquinante dei gatti è praticamente nullo; infatti, come è noto, essi coprono da sé con la terra i propri escrementi”. Così il Governo ha escluso questa possibilità.
Il mondo politico è, ancora una volta, diviso e non sono poche le polemiche.
La maggioranza appoggia incondizionatamente il provvedimento, che il Consiglio dei Ministri vuole peraltro utilizzare come risposta a coloro che recentemente hanno parlano di conflitto di interessi in seno al Governo (quasi tutti i ministri ed i sottosegretari possiedono infatti uno o più cani a testa).
Le opposizioni sono scettiche o assolutamente contrarie.
In particolare Salvini ha asserito che “la tassa dovrebbero pagarla solo i cani le cui razze sono di origine straniera”. Per suffragare la sua tesi si è presentato a piazza Montecitorio, accompagnato da un nutrito gruppo di attivisti leghisti e, con al guinzaglio un cane pastore padano di 80 kg, ha esposto uno striscione con la scritta: “i cani stranieri caghino a casa loro” .
Attraverso il blog di un conoscente, Grillo ha invitato i cittadini ad inviare ai membri del Governo una email di protesta con oggetto “vaffancane”.
I sindacati hanno posto l’attenzione sul fatto che si stima che almeno 2 milioni di cani potranno essere abbandonati dai loro padroni entro la data di entrata in vigore della nuova imposta. Quest’ultima eventualità pare però sia stata recepita con grande interesse da parte della comunità cinese residente in Italia.
L’attivista animalista Michela Vittoria Brambilla, fondatrice della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, ha annunciato di volersi incatenare a Palazzo Chigi invitando ad una grande mobilitazione nazionale tutti gli animalisti del Paese.
Infine Berlusconi ha annunciato che la scelta del Governo va a minare la libertà fondamentale dei cittadini, un “grande rischio per la nostra democrazia”, assicurando che il primo impegno di Forza Italia in caso di vittoria alle prossime elezioni, sarà l’abolizione di questa tassa e la restituzione come indennizzo ai proprietari dei cani di quanto pagato. Ma l’ex premier ha anche voluto rassicurare tutti sul futuro dei dolci Dudù, Dudina e dei tre cuccioli nati poco più di un anno fa ad Arcore: “pagheremo comunque quanto dovuto, gli vogliamo troppo bene“.
Al fine di fornire un’informazione di massima ai nostri lettori possessori di cani sulla tassazione cui saranno sottoposti i loro animali ed in attesa di conoscere l’attribuzione delle singole razze ai vari scaglioni, abbiamo elaborato per i nostri lettori un apposito applicativo con il quale essi potranno effettuare diverse simulazioni e calcolare importi massimi e minimi dell’imposta da pagare.