Medicina, Cattaneo: sì all’editing genomico ma non per creare persone su misura

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“Con l’editing genomico si può intervenire anche a livello di cellule germinali o dell’embrione? Si possono modificare dei tratti patologici, soprattutto se pensiamo a malattie ereditarie dove esiste il rischio di trasmettere il gene malato? La risposta è sì, tecnicamente si può arrivare a farlo, ma bisognerà intervenire solo a condizione che il rischio sia zero o quasi zero”. Ne è convinta Elena Cattaneo, scienziata esperta di staminali e senatrice a vita, tra i partecipanti al convegno ‘Il futuro dell’umanità visto dalla prospettiva della scienza medica’, al Nobile collegio chimico farmaceutico di Roma. “La scienza consegnerà i propri risultati e saranno le varie parti sociali a riflettere se e come andare avanti in quella strategia. Ma in quel caso – ha sottolineato – l’obiettivo non è creare persone iperdotate, con gli occhi azzurri e i capelli biondi. La scienza si rivolge al beneficio dell’uomo, non a queste follie”. Parlando delle prospettive del ‘genome editing’ per le generazioni future, Cattaneo ha sottolineato che i progressi della medicina “non possono fare paura. La medicina è una conquista dell’uomo, attraverso la medicina l’aspettativa di vita è sopra gli 80 anni”. “E oggi ci sono strategie per intervenire in modo ancora più preciso: conosciamo il genoma umano, conosciamo la serie di lettere, più di 3 miliardi, che caratterizzano la specie umana e distinguono gli individui l’uno dall’altro. Lo studio è in corso -ha sottolineato la scienziata- i ricercatori stanno lavorando. Immaginiamoci di poter agire a livello delle cellule somatiche dell’individuo per curare e trattare, una a una, le lettere anomale che stabiliscono uno stato di malattia”.

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