Salute: no alla dieta vegana per gli under 16, la proposta di legge

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Reclusione fino ad un anno per i genitori che impongono ai minori di 16 anni la dieta vegana, con pena che può andare da due anni e mezzo a quattro se questo è causa di malattia o di lesione personale permanente; e da quattro a sei anni se invece la conseguenza è la morte. Pene aumentate di 12 mesi quando il bambino ha meno di tre anni. Lo chiede una proposta di legge presentata dalla deputata di Forza Italia Elvira Savino, sanzionando “chiunque impone o adotta nei confronti di un minore degli anni sedici, sottoposto alla sua responsabilità genitoriale o a lui affidato per ragione di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, una dieta alimentare priva di elementi essenziali per la crescita sana ed equilibrata”.
“Ormai da anni e, in modo particolare, nell’ultimo decennio, si è andata diffondendo in Italia -sottolinea Savino- la credenza che una dieta vegetariana, anche nella sua espressione più rigida della dieta vegana, apporti cospicui benefìci alla salute dell’individuo. Molti decidono di seguire questo tipo di alimentazione, priva di carne, di pesce e di alimenti di origine animale e loro derivati, anche per motivazioni religiose o etiche e per rispetto della vita degli animali. Molti altri lo fanno soltanto per adeguarsi a una moda”.
Posizioni rese più forti anche per “interventi e dichiarazioni, spesso privi di fondamento scientifico, che condannano senza appello il consumo di carne e propagandano regimi alimentari che lo escludono”. Se queste scelte vanno rispettate quando ci si trova in presenza di “un adulto consapevole e capace di autodeterminarsi, il problema -denuncia la deputata azzurra- sorge quando ad essere coinvolti sono i minori”, ai quali da “genitori che seguono diete vegane o vegetariane, viene imposta un’alimentazione che esclude categoricamente e imprudentemente alimenti di origine animale e loro derivati”.
Un comportamento che cozza con le indicazioni dei medici nutrizionisti, che “unanimemente sconsigliano da sempre di far seguire queste diete ai bambini, agli adolescenti, alle donne in stato di gravidanza e durante l’allattamento”.
“I bambini, per crescere sani e ben nutriti, devono cibarsi anche di carne e pesce” e “pur potendosi compensare l’assunzione di amminoacidi con altri alimenti, rimane aperto il problema della carenza di vitamina B12 e di ferro eme, che può comportare considerevoli problemi neurologici e anemia”. “Anche numerosi fatti di cronaca -sottolinea ancora Savino- segnalano l’allarme, dimostrando la pericolosità di questo genere di diete per i bambini”, con “notizie di bambini in tenera età, per i quali, a causa di questa improvvida e inappropriata dieta alimentare, si è reso necessario il ricovero in ospedale per gravi carenze alimentari (spesso rilevate anche grazie all’intervento e alle tempestive denunce dei pediatri)”.
“Si tratta di bambini letteralmente denutriti, messi in pericolo di vita da incauti genitori che hanno deciso di seguire e far seguire un movimento filosofico basato su uno stile di vita fondato sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali”.
Di qui la proposta della deputata di Forza Italia, che, “partendo dal dettato costituzionale in materia di salute e tutela dei cittadini e dei minori”, vuole “stigmatizzare definitivamente le condotte alimentari incaute e pericolose imposte dai genitori, o da chi ne eserciti le funzioni, a danno dei minori di età”. Lo strumento scelto, spiega ancora l’esponente di Forza Italia, è quello di prevedere una nuova fattispecie criminosa e non di applicare il reato di maltrattamenti in famiglia, di fronte “a comportamenti i quali –pur in assenza di una consapevole volontà di violare i doveri di mantenimento e di cura dei figli che incombono ad ogni genitore– importano concreto pericolo di nuocere all’equilibrata crescita del fanciullo”.
“Il bene giuridico tutelato è dunque la salute del minore nell’età dello sviluppo, e la norma mira a sanzionare una condotta che –sulla base delle valutazioni mediche- si stima astrattamente idonea a metterne in pericolo l’integrità”.
“La disposizione -conclude Savino nella relazione alla proposta- non è concepita per discriminare fenomeni di natura filosofica o religiosa né per limitare la libertà garantita in tali ambiti, ma esclusivamente per tutelare i minori rispetto a un fatto –considerato nella sua oggettività– comportante conseguenze pregiudizievoli per la salute e lo sviluppo di essi nell’età della crescita”. (AdnKronos)

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