TEDx Talk: “Per difenderci dalle bufale contiamo fino a dieci”

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È stato pubblicato in questi giorni il video del TEDx Talk in cui si parla del fenomeno delle bufale online (https://www.youtube.com/watch?v=qF1gsJwzgnc) e spiega come è possibile difenderci dalle insidie delle false notizie online. Il Talk, tenuto da Daniele Virgillito, giovane autore e blogger, riporta un’analisi della situazione attuale ed una guida su cosa possiamo fare per fermare il fenomeno dilagante delle “fake news”. Le false notizie oggi si diffondono in rete e sui social networks molto facilmente a causa delle condivisioni istintive degli utenti, che molto spesso non leggono nemmeno l’intera notizia ma si limitano solo a condividerla perché stimolati a farlo da determinate motivazioni. Virgillito si era già fatto notare qualche anno fa, quando il suo esperimento sulle finte citazioni di Wikipedia era diventato virale. L’esperimento su Wikipedia ha ingannato anche l’ex Sindaco di Milano Letizia Moratti, che in un discorso pubblico commentò entusiasticamente una frase inventata attribuita a Don Baget Bozzo. E nel TEDx Talk si cita proprio questo caso per dimostrare come le bufale (anche innocue) possano farsi strada per via della disattenzione dei professionisti dell’informazione. Nel suo TEDx talk Virgillito mette in luce come il web sia ormai invaso da una quantità crescente di bufale su politica, società, tecnologia, salute e diversi altri argomenti che stanno a cuore agli utenti di internet. Basta pensare che durante le ultime elezioni presidenziali negli USA, un uomo ha addirittura imbracciato un fucile a seguito di una notizia inventata riguardante un immaginario caso di pedofilia che avrebbe avuto come protagonista nientemeno che Hillary Clinton. Le bufale sul web toccano poi gli ambiti più a cuore dei navigatori come politica, salute, tecnologia e dibattiti sulla società. Un fenomeno che è stato creato dalla voglia di guadagno che porta ad inventare notizie clamorose di sana pianta per attirare traffico e clic sulle pubblicità e quindi guadagni con diversi zeri vista la mole di traffico che riescono a catturare. Un fenomeno che sta attirando sempre più falsificatori, che contribuiscono ad inquinare la rete ed il dibattito pubblico. A Veles, ad esempio, una cittadina di 40.000 abitanti, diversi gruppi di teenager si sono arricchiti creando finti magazine politici e riempiendoli di notizie completamente inventate su Trump e Clinton. I contenuti “acchiappa clic” stanno sempre più inquinando il web insomma e stanno mettendo a rischio la libera informazione con le relative pericolose conseguenze. Secondo diversi esperti la stessa elezione di Donald Trump alla Casa Bianca sarebbe stata favorita dalla diffusione su larga scala di un’enorme mole di notizie false circolate sul web sul conto di Hillary Clinton. Ma di chi è la colpa di tutto ciò? Solo delle piattaforme tecnologiche? Se da una parte i colossi del digitale come Facebook e Google stanno adottando delle contromisure, questo non deve distrarci dalla nostra responsabilità di “cittadini digitali”. “Chi fabbrica bufale fa appello alla nostra forma di pensiero meno critica, e più istintiva e irrazionale. Le leve psicologiche sono semplici ma efficaci, come la paura del diverso, che spinge in tanti a dare credito a numerosi siti che propagano notizie inventate su presunti crimini commessi da migranti ed extracomunitari“ spiega Virgillito. O come il dibattito sui vaccini, inquinato ad esempio dalle false notizie, diffuse da numerosi agitatori online, che vedono i vaccini provocare la sindrome di Down. Notizia assolutamente falsa e mai provata finora da nessun studio scientifico. I contenuti acchiappa clic non appartengono però solamente ai “fabbricanti di bufale” e nel TEDx Talk si evidenzia che gli stessi modelli di business del giornalismo debbano cambiare ed evolversi per far sì che l’informazione debba puntare ad informare bene, e non solamente ad attrarre traffico sul proprio sito web. Se i contenuti viaggiano in maniera incontrollata su internet è perché, secondo uno studio, il 59% degli articoli sui social media vengono condivisi da tutti noi senza essere stati nemmeno letti, vittime della “smania di condivisione”. Secondo Virgillito “internet è sulle spalle di tutti noi e come con tutti i beni comuni è una nostra precisa responsabilità preservarla da ogni tipo di menzogna e falsificazione”. E se vogliamo godere appieno dei suoi benefici dobbiamo ricordare a noi stessi e tutti quelli che ci stanno intorno a cliccare e condividere con cautela le notizie, facendo attenzione che la notizia sia verificata e sia stata diffusa solo da fonti autorevoli. “L’unico modo per difenderci dalle menzogne e difendere la rete dalle bufale è che prima di condividere si conti fino a dieci, per non cadere vittime dell’istinto della condivisione automatica, senza nemmeno sapere la veridicità di quanto stiamo condividendo” conclude Virgillito. Dal TEDx Talk sulle bufale è partito l’hashtag #primadifareclic, per continuare sui social il dibattito sulle bufale online, con la pubblicazione e condivisione di materiale che possa arricchire il dibattito sull’argomento e difendere tutti noi dalle false notizie.

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