La piccola “depressione orografica”, che nel pomeriggio di ieri si è sviluppata sul versante sottovento dell’Atlante algerino, nel corso delle ultime ore si è ulteriormente approfondita, continuando ad avanzare in direzione dei vicini confini tunisini. Questa depressione, di chiara origine orografica, presenta una struttura alquanto complessa, caratterizzata da un giovane sistema frontale nei bassi strati, di origine termica, addossato al versante settentrionale della catena montuosa dell’Atlante Telliano. Il sistema depressionario extratropicale, inoltre, presenta un carattere prevalentemente caldo, poiché alimentato, lungo il suo bordo orientale, dalla risalita di masse d’aria calde e secche, di matrice sub-tropicale continentale, che dall’entroterra desertico della Libia occidentale si spingono verso la Tunisia e l’Algeria orientale. La sostenuta ventilazione dai quadranti sud-orientali, impattando lungo il versante meridionale dell’Atlante, tende ad in vorticarsi, innescando una significativa avvezione di vorticità positiva che alimenta la circolazione depressionaria, approfondendola ulteriormente.
In queste ore l’intensificazione del “gradiente barico orizzontale” indotto dallo stesso processo ciclogenetico algerino, supportato dal considerevole “forcing” orografico esercitato dai rilievi dell’Atlante, sta determinando un sensibile rinforzo della ventilazione occidentale, in genere con venti piuttosto sostenuti da O-SO e Ovest (raffiche fino a 50-60 km/h), sul bordo meridionale della giovane area depressionaria, che spazzeranno l’intero entroterra desertico algerino, specie la regione dei grandi Erg occidentali (dove sono presenti le grandi dune di sabbia del Sahara), causando delle estese tempeste di sabbia, meglio note con il termine di “Haboob”, pronte ad estendersi fino alla regione libica della Tripolitania.
Poco più ad ovest, lungo il margine occidentale della suddetta “depressione orografica”, l’infittimento del “gradiente barico orizzontale” sta attivando una sostenuta, a tratti intensa, ventilazione dai quadranti settentrionali, da Nord e N-NO, che dal mar delle Baleari si spinge verso le coste algerine, contribuendo ad ammassare nubi e precipitazioni, esaltate dal “forcing” orografico dell’Atlante. Questi venti settentrionali, dopo aver spazzato le vette dei monti dell’Atlante si tuffano, tramite sostenute raffiche di caduta, nel cuore dell’entroterra desertico sahariano, nella regione dei grandi “Erg occidentali” (dune di sabbia), causando delle tempeste di polvere che si estenderanno fino all’Algeria meridionale e ai confini con i deserti del Mali e della Mauritania, dove le correnti piegheranno più da NE.
In termini di precipitazioni, i maggiori effetti al momento si stanno avendo proprio lungo il tratto di costa algerino, compreso fra l’area della capitale Algeri e Bejaia, dove la compatta nuvolosità da “stau” ammassata sul versante settentrionale dell’Atlante dalla ventilazione di ritorno da E-NE e NE, sta arrecando delle piogge di debole e moderata intensità, che risultano a tratti persistenti. Questa fascia di piogge, puramente “avvettive”, nel corso della serata si spingeranno verso il nord della Tunisia ed il Canale di Sardegna, dove non sono esclusi neppure fenomeni di carattere convettivo. Ma la “depressione orografica algerina”, proprio in queste ore, evolvendo verso levante, sta dando luogo anche a spettacolari temporali localizzati in pieno deserto.
Nel corso della mattinata odierna, con lo spostamento della piccola depressione al suolo sul Canale di Sicilia ed in seguito sul basso Ionio, l’inasprimento del “gradiente barico orizzontale” fra l’entroterra desertico algerino e i mari che circondano le nostre isole maggiori, agevolerà l’attivazione di una sostenuta ventilazione da N-NE, Nord e N-NO che spirerà soprattutto fra il basso Tirreno, il Canale di Sicilia e lo Ionio, con raffiche che potranno raggiungere, se non superare, i 50-55 km/h. I venti più sostenuti, con raffiche ben oltre i 50 km/h, si registreranno proprio fra il Canale di Sicilia, l’imboccatura sud dello Stretto di Messina e il tratto di mar Ionio antistante le coste della Sicilia orientale, lì dove il “gradiente barico orizzontale” si farà un po’ più significativo nei bassi strati, durante il passaggio della modesta circolazione depressionaria strutturata nei pressi del suolo.