Palazzo Braschi ha riaperto al pubblico in un nuovo e moderno allestimento cui ha contribuito l’Università degli Studi Roma Tre.
Al terzo piano del Museo di Roma è possibile ammirare il modello in legno, realizzato dal Dipartimento di Architettura dell’ateneo, che rappresenta una ricostruzione del tessuto urbano del Quartiere Alessandrino nel 1871 come si presentava prima degli interventi tardo ottocenteschi che portarono all’apertura di via Cavour e, più tardi, alla creazione di via dell’Impero voluta da Mussolini. Il Foro Romano è in fase di scavo. Accompagnano l’esposizione del plastico due filmati prodotti dall’Istituto Luce con materiali originali dell’epoca e la regia di Roland Sejko, rispettivamente dedicati alla costruzione di via dell’Impero e alla demolizione della Spina dei Borghi.
«Siamo molto orgogliosi di questa importante partecipazione del nostro ateneo all’innovazione di Palazzo Braschi a piazza Navona», dichiara il rettore di Roma Tre, Mario Panizza. «Il nuovo Museo di Roma presenta oggi spazi espositivi molto valorizzati e, in questi, il nostro modello ligneo è una realizzazione di arte e tecnica che invitiamo ad ammirare, una creazione frutto di studio scientifico e maestria artigiana del nostro Dipartimento di Architettura».
Il prezioso modello è in legno massello di pero, cornici in bahia, telaio in multistrato di abete e la sua base cartografica fa riferimento al Catasto Urbano Pio-Gregoriano (1816-1835) e aggiornamenti al 1871.
«In scala 1:500, rappresenta il paesaggio composito di una parte della città nell’assetto che aveva raggiunto alla fine del Governo pontificio e nel momento del passaggio alle istituzioni dello Stato italiano, che avrebbero promosso interventi di forte discontinuità», spiega Elisabetta Pallottino, direttore del Dipartimento di Architettura, a nome degli autori del modello. «Il Foro Romano appare in una fase di transizione: è stato scavato quasi esclusivamente nella parte verso il Campidoglio e mantiene una serie di recinti puntuali intorno ad alcuni monumenti restaurati, in attesa di raggiungere una prima quota unitaria. Il quartiere Alessandrino, intorno agli assi della via Alessandrina e della via Bonella, è ancora intatto».