Più di un italiano su cinque (il 21%) ha avuto l’opportunità di fare il ponte anche prendendo un giorno di ferie in occasione della Festa della Liberazione. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè che evidenzia come il calendario favorevole abbia condizionato il comportamento degli italiani che per l’occasione del 25 aprile hanno scelto di riposare a casa o con amici, distrarsi con gite in giornata ma anche approfittare per fare una breve vacanza. Per più della metà degli italiani è un giorno come gli altri o ha comunque deciso di restare a casa ma ben il 19% ha programmato una scampagnata, una gita fuori porta o un picnic mentre sono 7,5 milioni gli italiani che hanno colto l’occasione per concedersi una vacanza. La maggioranza dei vacanzieri ha scelto località di mare, ma gettonate sono anche la montagna, le città e la campagna. “La ricerca della tranquillità emerge dalle stime positive per la vacanza nella natura dove – precisa Coldiretti – sono oltre 22mila agriturismi presenti in Italia che offrono la possibilità di rilassarsi all’aria aperta“. Sono 1,2 milioni gli italiani e gli stranieri che hanno scelto di sedersi a tavola in agriturismo durante il lungo ponte del 25 aprile con un incoraggiante aumento del 9% anche se pesa la situazione ancora difficile nelle aree terremotate. E’ infatti l’agriturismo – secondo Coldiretti – il settore turistico più danneggiato dal sisma con le presenze praticamente azzerate per un crollo di oltre il 90% degli arrivi nelle aziende agricole situate nelle aree del cratere tradizionalmente vocate per vacanze, picnic e gite fuori porta in campagna, grazie alla bellezza dei paesaggi e alla qualità dell’offerta gastronomica. “La capacità di mantenere inalterate le tradizioni alimentari è – continua Coldiretti – la qualità più apprezzata dagli ospiti ma sta crescendo la domanda di servizi aggiuntivi. Nelle aziende agricole sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking ma non mancano attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici ma anche corsi di cucina o di orticoltura“.