WWF: serve più vigilanza contro i ladri di “pulli”

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Continua la razzia dei ‘pulli’ ossia i piccoli di rapace che, “durante la delicata e rischiosa fase della riproduzione, vengono rubati dai bracconieri dal nido per essere rivenduti illecitamente.

Alla fine di marzo la Procura di Pesaro – spiega il WWF in una nota – ha notificato a quattro indagati un avviso di conclusione delle indagini, avviate la primavera scorsa nel territorio di Urbino e di Arezzo. I 4 bracconieri trafficavano giovani esemplari di Falco Pellegrino, un rapace noto perché quando caccia è in grado di individuare una preda nel raggio di 3 chilometri e può superare, in picchiata, i 300 chilometri orari.

Ai primi di aprile alcune guardie ambientali di Salerno sono riuscite ad intercettare bracconieri all’interno di un bosco di castagni e a salvare quattro giovani esemplari di una specie di rapace notturno, di cui i ladri si erano disfatti durante una rocambolesca fuga nel bosco. Ora i rapaci sono in cura presso un Centro Recupero Rapaci di Napoli.

In Sicilia, per evitare l’estinzione di Aquila di Bonelli, Falco Lanario e Capovaccaio (un avvoltoio) grazie ad un intervento economico dell’Unione Europea, WWF e Regione Siciliana monitorano circa 50 nidi con fototrappole e cannocchiali. Il progetto LIFE ConRaSi è infatti nato per combattere l’azione dei bracconieri che si calano lungo pareti rocciose dove sono collocati i nidi, per compiere i furti.  La Sicilia infatti mantiene l’unica popolazione nidificante in Italia di Aquila di Bonelli (appena 28 coppie) e l’80% della popolazione nazionale nidificante di Lanario e, per questo, ha una responsabilità enorme verso queste specie.

Secondo il “Piano d’Azione Nazionale per il Contrasto degli Illeciti Contro gli Uccelli Selvatici” (approvato lo scorso 30 Marzo in sede di Conferenza Stato – Regioni) il valore commerciale di alcune specie di aquile e falconi è molto elevato (si parla di qualche decina di migliaia di euro) e il prezzo risulterebbe anche influenzato dalla domanda proveniente dagli Stati del Golfo Persico, dove l’impiego dei falconi per la caccia rappresenta una tradizione antica ed un vero e proprio status symbol della classe agiata.

Il furto dei rapaci dai nidi è un crimine che trova sanzioni in diverse norme. La legge sulla caccia (n. 157/92), ad esempio, vieta espressamente di prendere e detenere, uova, nidi e piccoli nati appartenenti alla fauna selvatica. Non sono inoltre da escludere violazioni della convenzione internazionale CITES sul commercio delle specie minacciate di estinzione.”

Il WWF “chiede che venga rafforzata la vigilanza per contrastare questa modalità di bracconaggio che avviene nel periodo riproduttivo, promuovendo anche il coordinamento fra tutti i soggetti che operano nell’antibracconaggio, sia a livello nazionale che internazionale“. Inoltre il WWF chiede “al Parlamento di accelerare i lavori su una proposta presentata circa due anni fa, elaborata anche con il contributo di esperti dell’associazione, che riforma il sistema sanzionatorio penale per i casi di uccisione, cattura illegale, commercio illecito di animali appartenenti a specie protette, nell’ambito del quale verrebbero inasprite le pene, oggi non adeguate, per il reato di prelievo di uova e piccoli di nidi.”

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