Era il 10 maggio 1978 quando si diceva per sempre addio ai cosiddetti manicomi: la legge Basaglia, dal nome dello psichiatra e promotore della riforma psichiatrica, Franco Basaglia, sancì l’abolizione di tutti i manicomi sul territorio nazionale e la regolamentazione dei Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Estensore materiale della legge fu lo psichiatra e politico democristiano Bruno Orsini. Come dichiarò lo stesso Basaglia: “Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c’è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione“.
L’approvazione di questa legge ha fatto dell’Italia il primo ed unico paese al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Concretamente fu solo dopo il 1994, con il “Progetto Obiettivo” e la razionalizzazione delle strutture di assistenza psichiatrica da attivare a livello nazionale, che di fatto si portò a compimento quando richiesto dalla legge del 1978.