Coldiretti Toscana ha riconosciuto un premio alle ”dinastie rosa” dell’agricoltura regionale assegnando il Pink Oscar alle aziende che vantano conduzioni al femminile da più generazioni. Madre e figlia, zia e nipote, sorelle, amiche, socie: sono sempre più numerose le imprenditrici che scelgono di unire le forze per scommettere in agricoltura, dando vita ad esperienze innovative o tradizionali ma rivisitate sempre con creatività e fantasia. I dati parlano chiaro e non lasciano spazi a dubbi, secondo le ultime stime disponibili si scopre che in Toscana dei 29.000 lavoratori autonomi iscritti ad Inps come Coltivatori Diretti ed Imprenditori Agricoli Professionali, 11.600 sono donne. Questo significa che 2 aziende su 5 sono condotte al femminile. A consegnare i Pink Oscar con Marco Remaschi, assessore agricoltura della Toscana, Daniela Volpi, dirigente Pari Opportunità e Politiche per il consumo della Regione, Annamaria Tossani, giornalista Italia 7, Maria Cristina Rocchi, responsabile Coldiretti Donne Impresa Toscana. Gli onori di casa sono stati fatti da Tulio Marcelli e Antonio De Concilio, rispettivamente, presidente e direttore di Coldiretti Toscana. Davanti ad una affollata platea di imprenditrici in rosa sono state premiate quattro realtà imprenditoriali significative ed espressione del variegato mondo agricolo toscano. Hanno ricevuto il Pink Oscar: Marina Cirielli e Mariachiara Milani, madre e figlia, di Torrita di Siena, le sorelle Cipriani, Manuela e Serena di Castel Focognano ad Arezzo, Angela Sabatino e Stella Dei, madre e figlia, di Lamporecchio (Pt), Rita e Sara Negrari, zia e nipote, della Lunigiana. “E’ questo uno spaccato della presenza della componente femminile – ha detto Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana – che spazia in tutti i comparti agricoli, dalle coltivazioni arboree e orticole agli allevamenti, ma soprattutto caratterizza le nuove forme di economia diversificata/multifunzionale che ben si adattano alle vocazionalità della Toscana ed al dinamismo innovativo delle donne”. “Sono state proprio le imprenditrici a far volare in Toscana l’agriturismo e ancora oggi fanno la parte del leone nel settore dell’accoglienza in fattoria dove sulle 4.265 aziende in esercizio nel 2015 (ultimi dati ufficiali disponibili) il 40,8 % è condotto da donne con punte massime nelle aree di Massa (oltre il 53%) Prato e Lucca (50%). E sono ancora loro – ha concluso Marcelli – a cimentarsi con maggiore impegno nelle attività didattiche, di agricoltura sociale, di vendita diretta, di servizi rivolti ai cittadini e ai consumatori: attività che richiedono un’organizzazione dell’azienda e del lavoro più flessibile rispetto all’agricoltura tradizionale”. Una preziosa occasione per le imprenditrici per conoscere e raccontare le loro esperienze e al tempo stesso per presentare all’assessore regionale Remaschi alcune richieste specifiche. “Occorre la messa a punto di strumenti ad hoc per promuovere, sostenere e alimentare la multifunzionalità che ancora troppo spesso resta imbrigliata in maglie di normative troppo rigide, le quali non tengono conto delle caratteristiche, delle peculiarità e delle difficoltà dell’ambiente agricolo. Tra le priorità su cui chiedono alla Regione Toscana impegni precisi in termini di interventi e di relativa tempistica – ha detto Maria Cristina Rocchi, delegata Donne Impresa della Toscana – la modifica della legge regionale ‘Disciplina delle attività agrituristiche e delle fattorie didattiche in Toscana n.30/2004’ e del conseguente regolamento, affinché le attività didattiche, come accade già in altre regioni italiane, vengano considerate attività culturali e quindi possano beneficiare dell’azzeramento dell’Iva sulle prestazioni erogate”. “Importante è anche l’ampliamento dell’elenco delle attività che possono essere svolte in agriturismo, comprendendo, tra le stesse, le attività di benessere e wellness, con il limite dell’impiego di prodotti a base di materie prime toscane, esattamente come accade per la somministrazione pasti alimenti e bevande”, ha concluso Rocchi. “Abbiamo anche chiesto all’assessore Remaschi – ha affermato Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – di abrogare e sostituire con una nuova norma la legge regionale n. 24/2010 ‘Disposizioni in materia di agricoltura sociale’, per rilanciare le attività di agricoltura sociale con misure idonee per l’allestimento e l’organizzazione di servizi alla persona sempre più richiesti come agrinidi, agriasili e agricentri per anziani e bambini”. Ecco i Pink Oscar della Toscana – Marina Cirielli e Mariachiara Milani, madre e figlia, di Torrita di Siena hanno ereditato dalla nonna l’azienda agricola di famiglia, quindi una azienda in ”rosa” da tre generazioni! Coniugando esperienza, entusiasmo e intraprendenza tutta femminile, la struttura produttiva è stata indirizzata alla produzione di olio e vino e completata con l’avvio dell’attività agrituristica. Le sorelle Cipriani, Manuela e Serena, a Castel Focognano di Arezzo, hanno seguito la tradizione familiare e si sono dedicate all’allevamento. Strada facendo all’attività storica hanno aggiunto con un tocco di creatività uno specialissimo spaccio aziendale per la vendita diretta della carne a km0 con il marchio Igp Vitellone Bianco dell’Italia Centrale. Angela Sabatino e Stella Dei, madre e figlia, di Lamporecchio (Pt) hanno dato una svolta ambientalista alla loro azienda. Aderendo al progetto ”lungo le grotte migratorie”, hanno creato lo stagno delle piante idrofite, l’osservatorio faunistico e il museo della civiltà contadina in casa. L’azienda oltre a produrre cereali e foraggere è diventata luogo ideale per lezioni di educazione ambientale. In Lunigiana, Rita e Sara Negrari, zia e nipote, gestiscono una delle più grandi aziende agricole produttrici di latte di vacca della vallata e di recente hanno realizzato l’agriturismo ”Al Vecchio Podere”, un caseificio per la produzione di formaggio, ricotte e yogurt e uno spaccio carni, per la delizia del pubblico e degli ospiti dell’agriturismo.