In Italia sono circa 8 mila i cuccioli di cane e gatto che ogni settimana vengono importati in maniera illecita, per un valore commerciale di quasi 5,6 milioni di euro. Un business in costante crescita, che movimenta circa 300 milioni di euro all’anno e dietro al quale spesso si nascondono gruppi organizzati che smerciano i piccoli animali attraverso venditori compiacenti. Col fine di favorire la comprensione del quadro normativo che regola gli scambi commerciali di cani e gatti tra Stati membri dell’Ue, e agevolare l’attività di controllo da parte delle autorità competenti, ministero della Salute, Federazione nazionale Ordini veterinari italiani (Fnovi) e Lav-Lega anti vivisezione hanno realizzato la seconda edizione del Manuale ‘Procedure per l’esecuzione dei controlli nella movimentazione comunitaria di cani e gatti’. Presentato oggi a Roma nella sede del ministero della Salute, rappresenta un vademecum ad uso delle autorità competenti, dei veterinari ufficiali e degli organi di Polizia. “Il fatto che ci sia nel nostro Paese un grande amore nei confronti dei cuccioli è una realtà importante e che dobbiamo sostenere – spiega all’AdnKronos Salute il sottosegretario del ministero della Salute, Davide Faraone – Ma questo amore non si può assolutamente trasmettere acquistando cuccioli che vengono maltrattati nel trasporto, privi di controlli sulle malattie. Dobbiamo invece incentivare l’acquisto di cuccioli da allevatori italiani che – sottolinea – fanno della buona pratica e del buon lavoro la loro attività. In quest’ottica, il Manuale non è solo uno strumento valido per la lotta al traffico illecito, ma anche un monito per i cittadini, affinché nella scelta di un animale si affidino esclusivamente a canali leciti e controllati”. “Ritengo indispensabile – aggiunge Faraone – che tutte le autorità preposte ai controlli siano ulteriormente coinvolte e adeguatamente formate, affinché le norme siano applicate uniformemente ed efficacemente su tutto il territorio. Per questo istituirò un primo gruppo di coordinamento coinvolgendo le forze dell’ordine per realizzare, in sinergia, programmi di controlli mirati con prassi operative condivise. I dettagli di questa iniziativa saranno approfonditi nel corso del Tavolo tecnico veterinario permanente già convocato per il prossimo 31 maggio”. “Il fenomeno del traffico illegale purtroppo è tutt’altro che in declino – denuncia Ilaria Innocenti, responsabile Lav animali familiari – Mentre nel 2013 e 2014 in Italia sono stati sequestrati 2.630 cuccioli di cane e 15 di gatto, nel 2015 e nel 2016 si registra una pericolosa flessione del numero di cani sequestrati (964 sequestri, -1.666 cani rispetto al 2013/14), mentre è aumentato il numero dei gatti (86, +71). Il netto calo non è dovuto a una diminuzione del fenomeno stesso, ma a minori controlli che sono stati effettuati. Basti pensare che il Corpo forestale regionale del Friuli Venezia Giulia nel biennio 2015/16 non ha fatto attività ispettiva sui cuccioli, e questo è sicuramente molto grave in termini sia di repressione, ma anche di prevenzione di un fenomeno che costa la vita e la sofferenza di moltissimi animali “. “Accade purtroppo che vengano importati cuccioli normalmente sotto l’età consentita per il trasporto, e cioè di 30-40 giorni, spesso stipati in scatole e borsoni nei bagagliai – osserva Gaetano Penocchio, presidente Fnovi – I cuccioli arrivano spesso senza documentazione sanitaria, e quando l’hanno è sicuramente falsa. Arrivano senza identificazione, senza microchip e con un carico batterico e di agenti infestanti, malattie infettive e infestive. Queste condizioni da un lato possono essere trasmesse all’uomo, ma dall’altro in una buona percentuale di casi condannano i cuccioli alla morte”, avverte: “Un cucciolo appena acquistato – magari pubblicizzato sul web con un costo invitante rispetto alla razza – e che viene consegnato ai caselli delle autostrade e adottato da una famiglia, non porterà gioia, ma subito e immediatamente dolore”. (AdnKronos)