Astrofisica, missione Fermi: il Large Area Telescope ha osservato un miliardo di raggi gamma

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Un  miliardo di raggi gamma osservati. E’ l’ultimo traguardo messo a segno, il 12 aprile scorso, dal Large Area Telescope (LAT) a bordo della missione Fermi.
Fin dal suo lancio, avvenuto nel 2008, il telescopio ha effettuato una serie di importanti scoperte sulle emissioni di raggi gamma da fonti esotiche, nella nostra galassia e oltre. Nello specifico il LAT, cui l’Italia partecipa con ASI, INFN e INAF, ha catturato centinaia di emissioni energetiche in più rispetto al suo predecessore, l’Osservatorio Gamma Ray Compton.
Tra le scoperte messe a punto dal LAT figurano anche più di 200 pulsar, un numero senza dubbio elevato considerando che prima del lancio di Fermi, solo 7 di esse erano oggetti noti per le emissioni di raggi gamma.
Il LAT – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – ha anche mostrato per la prima volta che le novae – esplosioni termonucleari sulla superficie di stelle che hanno accumulato materiale dalle vicine – possono emettere raggi gamma. Si tratta di informazioni che forniscono nuovi dettagli sui processi fisici che coinvolgono le burning star, un meccanismo cruciale per la sintesi degli elementi chimici dell’Universo.
Gli scienziati si servono delle potenzialità del LAT anche per la ricerca di particelle di materia oscura nelle regioni centrali della Via Lattea e in altre galassie che, in teoria, dovrebbero produrre raggi gamma quando decadono o si scontrano per poi distruggersi.
“Con la sensibilità raggiunta dallo strumento dovremmo in linea di principio vedere queste tracce di materia oscura – commenta Seth Diegel del Kavli Institute for Particle Astrophysics and Cosmology – ma non abbiamo trovato ancora segnali definitivi e al momento, i dati di LAT, potrebbero ricondurre anche ad altre fonti energetiche”.
Il LAT ha anche esplorato le fonti di raggi gamma più vicine a noi, come quelle prodotti dai temporali nell’atmosfera terrestre. Provocati da  brillamenti solari e da particelle cariche che colpiscono la superficie della Luna, questi fenomeni sono stati osservati a lungo dalla missione  AGILE che ha potuto rivelare come quelli di maggior energia –  fino a 100MeV- siano originati da forti campi elettrici nella parte sommitale dei temporali.
Un nuovo compito assegnato al Large Area Telescope, riguarda la ricerca di sorgenti di raggi gamma associate al rilevamento di onde gravitazionali, un settore di ricerca che potrebbe aprire nuovi orizzonti per l’astrofisica delle alte energie.

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