Marte è stato un pianeta acquoso molto più a lungo di quanto pensassimo.
È l’ultima scoperta del Los Alamos National Laboratory, che ha individuato degli aloni di silice nel cratere marziano Gale. Segno incontrovertibile di presenza d’acqua fino a tempi relativamente recenti, in termini astronomici.
I risultati, pubblicati oggi su Geophysical Research Letters, sono stati ottenuti grazie ai dati raccolti dal rover della NASA Curiosity.
“La concentrazione di silice – dice Jens Frydenvang, leader dello studio – è molto alta intorno alle linee centrali degli aloni. Questo ci fa pensare che la silice si sia spostata da depositi di rocce molto antichi a strati più giovani, migrazione resa possibile solo dalla presenza di acqua. Anche se il lago ospitato nel bacino di Gale alla fine è evaporato, una notevole quantità di acqua è rimasta sul fondo del cratere per molto più tempo di quanto si pensasse in precedenza. Questo ci permette di espandere ulteriormente la finestra temporale in cui la vita potrebbe essere esistita su Marte”.
Se e quando l’acqua marziana possa effettivamente aver contenuto forme di vita resta ancora un mistero. Per questo – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – il team di Los Alamos continuerà a mettere insieme le informazioni raccolte da Curiosity, per costruire un quadro sempre più completo della storia geologica del pianeta rosso.
In particolare, gli scienziati stanno utilizzando lo strumento laser Chemistry & Camera (ChemCam) installato sul rover, grazie al quale sono stati osservati gli aloni di silice.
Durante la sua carriera marziana, Curiosity ha percorso oltre 16 chilometri nel corso di circa 1.700 giorni sul pianeta rosso, viaggiando dalle profondità di Gale fino al monte Sharp al centro del cratere.
Gli aloni di silice sono stati scovati a un’altezza di 20-30 metri rispetto a uno strato di rocce di antichi sedimenti lacustri.
“L’obiettivo della missione NASA Curiosity – commenta Frydenvang – era scoprire se Marte sia mai stato abitabile. Il rover ha mostrato che il cratere Gale una volta ospitava un lago con acqua che avremmo persino potuto bere; ora dobbiamo scoprire quanto esattamente sia durato questo ambiente favorevole alla vita”.