“Si può convivere con la paura solo se combattiamo il senso di minaccia perenne che si attiva dentro di noi“. Lo afferma Paola Vinciguerra, psicoterapeuta, presidente Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico) e docente la Ludes a Lugano, dopo l’attentato a Manchester che ha fatto 22 vittime. “L’unico modo di convivere con il terrorismo – suggerisce – è di guardarlo come un elemento pericoloso della vita come moltissime altre cose anche banali, attraversare la strada per esempio. Situazioni che non ci fanno sentire in pericolo solo perché abbiamo la sensazione di poterle controllare: in realtà siamo in balia degli eventi sempre, ci dobbiamo fidare solo della nostra possibilità di affrontarli“. “Si può convivere con la paura solo se combattiamo il senso di minaccia perenne che si attiva dentro di noi – ribadisce – Ognuno di noi ha dei ricordi traumatici che ci fanno sentire in pericolo, ma che abbiamo tranquillizzato con meccanismi psicologici di vario genere, come il controllo o la rimozione. Quando ci troviamo di fronte a situazioni incontrollabili come la minaccia terroristica, la nostra sensazione di protezione realizzata attraverso questi meccanismi difensivi tende a non essere più valida, e siamo invasi da quelle sensazioni di pericolo che arrivano dal nostro passato traumatico. Da qui la diversa sensazione di pericolo che si sta sviluppando in quasi tutti noi“. Ma così “non stiamo reagendo al pericolo reale che stiamo correndo – sottolinea Vinciguerra – ma all’attivazione di memorie emotive in cui ci siamo sentiti in pericolo. Cerchiamo nel ‘qui ed ora’ di ripristinare la situazione di protezione, mettendo in atto comportamenti di evitamento e controllo che nella realtà non ci faranno sentire protetti ma anzi oppressi e sempre più minacciati“, conclude.