Personalizzazione della cura, impatto sul budget e innovazione terapeutica, con presentazione dati nazionali e regionali aggiornati sui i trattamenti Hcv e Hbv. Con questi obiettivi prende il via a Roma, all’Università Cattolica di Roma, il ‘Settimo Workshop di Economia e Farmaci in Epatologia’ Wef. In un 2017 che, secondo gli esperti, si presenta come l’anno della svolta nella lotta contro l’epatite C. “Dopo sei edizioni il profilo scientifico del nostro lavoro è riconosciuto: utilizzando la metodologia di studio dell’Health Technology Assessment, abbiamo analizzato le diverse tecnologie disponibili, confrontandoci con stakeholder nazionali e regionali, per produrre valutazioni economiche che potessero aiutare i decisori a effettuare scelte consapevoli su investimenti importanti in termini di farmaci e tecnologie sanitarie“, ha spiegato Americo Cicchetti, direttore Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) e ordinario all’università Cattolica di Roma. “Il settimo Workshop di economia e farmaci in epatologia abbraccia tre sessioni: Hcv, Hbv ed epatopatie croniche non virali, con il coinvolgimento dei massimi conoscitori italiani di epatologia, da economisti a esperti in Hta, rappresentanti delle associazioni di pazienti e da un esperto di bioetica, per permettere una visione a 360 gradi della patologia. Per merito della ricerca e di soluzioni terapeutiche all’avanguardia, a breve saremo in grado di vincere la battaglia dell’eradicazione del virus dell’epatite C“, ha detto Antonio Gasbarrini, professore di Gastroenterologia alla Cattolica. “La decisione di trattare tutti i pazienti è il passo decisivo per l’eradicazione dell’Hcv, ma è necessario riorganizzare e ampliare le reti di cura a livello regionale per raggiungere l’obiettivo fissato da Aifa (Agenzia italiana del farmaco) di curare 80.000 pazienti l’anno, e per questo l’Associazione EpaC sarà sempre vigile e in costante controllo“, ha tenuto a precisare Ivan Gardini, presidente EpaC Onlus.