Giro d’Italia 2017: alla scoperta di Cefalù [GALLERY]

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Cefalù, che deve il suo nome al greco Kefaloidon o Kephaloidios, il cui significato è legato alla caratteristica forma della rocca che la sovrasta, somigliante ad una piccola testa. Questo comune siciliano di pescatori, in provincia di Palermo, meta turistica di fama internazionale, vanta un’affascinante storia. Colonizzato dai Greci, che scorsero nella sua superba natura la presenza di Ercole; chiamato dai Fenici Ras Melkart (promontorio di Ercole), fu conquistato nel 307 a.C. dai Siracusani e nel 254 a.C. dai Romani.
Dominato dai Bizantini (periodo durante il quale l’abitato si trasferì dalla pianura alla rocca), nell’858, dopo un lungo assedio, cadde nelle mani degli Arabi e fece parte dell’Emirato di Palermo. Cefalù venne conquistato nel 1063 dai Normanni di Ruggero I, nel 1131, grazie a Ruggero II, l’antico abitato sulla costa fu rioccupato, rispettando la struttura urbana preesistente. Con i Normanni ha inizio il periodo aureo e non mancano le leggende. Si narra che durante la traversata da Salerno a Reggio, la nave del re Ruggero si imbattè in una tempesta talmente forte da temere che il vascello, da un momento all’altro, venisse inghiottito dai flutti. Il re, preso dalla disperazione, pronunciò il suo voto: se si fosse salvato, avrebbe fatto costruire un tempio al Salvatore, nel luogo d’approdo della nave. Scampato alla tempesta, costruì l’imponente Duomo normanno. Tra la metà del XIII secolo e il 1451, Cefalù passò sotto il dominio di diversi feudatari, divenendo possedimento del Vescovo di Cefalù. La storia della città, in seguito, è assimilabile a quella del resto della Sicilia e d’Italia. Nel 1752 vi si iniziano a stabilire i consolati stranieri; durante il Risorgimento, il 14 marzo 1857, a Cefalù viene fuciliato il patriota Salvatore Spinuzza; dopo lo sbarco di Giuseppe Garibaldi del gennaio 1861 la città proclama la sua adesione al Regno d’Italia. Cosa visitare a Cefalù? La città vanta numerose attrattive turistiche tra cui l’imperdibile Duomo, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2015. Innalzato tra il 1131 e il 1240 in seguito ad un voto del re normanno Ruggero II, sul punto di fare naufragio e approdato sulle spiagge della cittadina, o più semplicemente per una motivazione politico-militare, dato il suo carattere di fortezza, ha un impianto a croce latina, si compone di 3 navate, divise da due file di colonne con basi romaniche Da visitare il centro storico con l’impianto medievale, caratterizzato da stradine strette, pavimentate con i ciottoli della spiaggia e il calcare della Rocca di Cefalù; una rupe alta 270 metri, alla cui base, principalmente sui lati nord e est, si sviluppa l’abitato storico di Cefalù. La parte occidentale, invece, racchiude ruderi di mulini e condutture formate per raccogliere e sfruttare l’acqua. A mezzacosta, nel piccolo altipiano interno della Rocca, sorgono, invece, i resti di una costruzione megalitica e sulla cima, quelli di un castello medievale. L’edificio megalitico è il Tempio di Diana, risalente al VI-V secolo a.C, mentre la cisterna in esso inglobata è d’età protostorica. Il Tempio di Diana si configura come un vero e proprio tempio solare, un luogo dove durante i tramonti del Sole, agli equinozi, si poteva osservare una splendida ierofania: il Sole, in allineamento con la porta d’ingresso, illumina il corridoio del tempio, invitandolo a percorrerlo fino alla cisterna megalitica, centro di un atavico culto dell’acqua. Da non perdere le 4 porte: Porta Terra, porta dell’Arena o porta d’Ossuna, porta Pescara e porta Giudecca; l’Osterio Magno, palazzo signorile cittadino situato sul Corso Ruggero, ad angolo con via Amendola; la Chiesa di Santo Stefano, detta “del purgatorio” per via dell’annesso oratorio della Confraternita delle anime del purgatorio, affacciato sulla piccola piazza Giovan Battista Spinola. Ed ancora, il Teatro Comunale, di proprietà dei Baroni di Bordonaro, chiuso e riaperto più volte, adibito a lazzaretto durante un’epidemia di peste, poi utilizzato come cinema sino al passaggio, negli anni 80, nelle mani del Comune che lo ha restaurato. Oggi è intitolato al maestro Salvatore Cicero, musicista e primo violino dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Tra le attrattive il Museo Mandralisca, fortemente voluto dal barone di Mandralisca, Enrico piraino, collezionista d’arte, che conserva il celeberrimo Ritratto d’ignoto marinaio, dipinto di Antonio da Messina; il lavatoio medievale, su via Vittorio Emanuele, che raccoglie le acque della sorgente Cefalino, annoverata dal Boccaccio nell’opera “Il libro dei monti e dei fiumi del mondo”. Tra le spiagge, letteralmente prese d’assalto dai turisti: spiaggia della Marina, del Lungomare, della Caldura, di Mazzaforno, Capo Playa e Sant’Ambrogio.

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