Greenpeace: nuovo report denuncia un attacco alla libertà di espressione

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Greenpeace pubblica oggi un nuovo rapporto, “ClearcuttingFree Speech: How Resolute Forest Products is going to extremes to silencecritics of its controversial logging practices”, che descrive come l’azienda Resolute Forest Products stia «sferrando un massiccio attacco legale a chi la critica, con l’obiettivo di ridefinire l’attivismo come attività criminale.

Invece di optare per una gestione forestale sostenibile, di investire in foreste sane e di creare posti di lavoro, Resolute cerca di intimidire voci critiche come quella di Greenpeace con cause legali milionarie che minacciano la libertà d’espressione. Se queste cause dovessero avere successo, si potrebbe costituire un pericoloso precedente che potrebbe fermare le organizzazioni che criticano le aziende in Nord America e incoraggiare le aziende in tutto il mondo a usare tattiche simili contro chi le critica.»

«Greenpeace è internazionalmente riconosciuta per la sua attività indipendente a tutela dell’ambente, per cui fa sentire senza timore la propria voce. Si tratta di un’attività di interesse pubblico, non criminale. Le voci di chi ci sostiene non verranno messe a tacere perché un’azienda come Resolute vuole farla franca abbattendo foreste intatte», dichiara Bunny McDiarmid, Direttrice Esecutiva di Greenpeace International.

Nel maggio del 2016, Resolute ha intentato negli Stati Uniti una causa legale per 300 milioni di dollari canadesi nei confronti di vari uffici di Greenpeace, contro un’altra organizzazione, Stand.earth, e contro singoli attivisti. In precedenza, nel 2013, Resolute aveva intentato una causa per diffamazione per 7 milioni di dollari canadesi contro Greenpeace Canada e due membri del suo staff, causa tuttora in corso. L’azienda ha anche utilizzato queste tattiche contro altre organizzazioni come Rainforest Alliance, un organismo indipendente di audit ambientale.

Il rapporto indica come importanti case editrici internazionali, tra cui Penguin Random House, HarperCollins, Simon & Schuster e Hachette acquistino carta da Resolute. Greenpeace invita queste case editrici internazionali a unirsi alla richiesta di tutelare la libertà di espressione e il diritto ad associarsi per la difesa di temi di interesse pubblico, come la conservazione delle foreste. Per questa ragione, e per spiegare perché è importante proteggere la foresta boreale, Greenpeace Italia sarà presente per l’intera durata del Salone Internazionale del Libro di Torino con un set fotografico aperto a tutti, dove sarà possibile sostenere le richieste dell’organizzazione ambientalista in difesa delle foreste e della libertà di espressione.

«Questo è un paradosso per le case editrici internazionali: in un contesto politico in cui la libertà di espressione è sempre più minacciata, le case editrici, che dipendono notevolmente dalla libertà di espressione, dovrebbero disincentivare questi gravi tentativi di silenziare il dissenso, specialmente se provenienti proprio da uno dei loro fornitori», dichiara Amy Moas, Senior Forest Campaigner di Greenpeace USA.

«Il nostro obiettivo è una foresta sana in cui i diritti delle popolazioni indigene vengano rispettati, i posti di lavoro siano garantiti alle comunità e habitat importanti vengano protetti. Non stiamo chiedendo alle aziende di smettere di rifornirsi dalla foresta boreale del Canada, stiamo chiedendo alle aziende del settore della carta e del legno, e ai loro clienti, di essere parte di soluzioni durature per la foresta», aggiunge Moas. «Invitiamo gli editori a lavorare con Resolute per trovare soluzioni più sostenibili per la foresta e a chiedere a Resolute di abbandonare queste cause legali che mirano chiaramente a silenziare chi li critica».

«Se Resolute dovesse vincere queste cause, non solo si rischierebbe un mondo senza Greenpeace e i suoi 45 anni di storia di protezione ambientale, ma saremmo di fronte anche un mondo in cui la libertà d’espressione verrebbe notevolmente ridotta per Organizzazioni della Società Civile, individui, artisti, giornalisti e case editrici di tutto il mondo», continua.

«Resolute punta a etichettare l’attività di tutela ambientale come attività criminale negli Stati Uniti e a stabilire un precedente per zittire un legittimo dissenso. Resolute non considera però i milioni di persone che rendono così forte il movimento ambientalista. Insieme, le nostre voci sono vitali per proteggere i nostri diritti, le nostre comunità e il Pianeta», conclude Moas.

Nonostante le cause in corso, Greenpeace continua a tenere la porta aperta a Resolute, per lavorare insieme a soluzioni durature nella foresta boreale per tutte le parti interessate.

Leggi il rapporto “ClearcuttingFree Speech: How Resolute Forest Products is going to extremes to silencecritics of its controversial logging practices”: http://www.greenpeace.org/usa/forests/boreal/clearcutting-free-speech/

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