L’8% degli italiani con neuropatie periferiche, ora c’è una promettente arma anti-dolore

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L’8% della popolazione adulta in Italia soffre di neuropatie periferiche. Per combattere il dolore, molto spesso associato a queste patologie e intervenire su cause e sintomi, i neurologi si affidano sempre più spesso alla Lac (l-acetilcarnitina), promettente arma farmacologica per il suo duplice meccanismo d’azione neurotrofico e antidolorifico. E’ quanto emerge dal focus al centro del Forum On Perifheral Neuropathies in corso a Praga, che vede riuniti oltre 200 specialisti internazionali in neurologia, ortopedia, fisiatria e reumatologia.
“Noi neurologi abbiamo oggi armi farmacologiche, ma anche applicazioni di correnti strumentali che possono ridurre il dolore del pazienti – spiega Lucio Santoro, direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’Università Federico II di Napoli – Ma quello che il neurologo fa nella sua attività quotidiana è usare i farmaci, oggi considerati validi per alcune categorie di pazienti. Utili gli antidepressivi, alcuni in particolare, ma ci sono farmaci di più recenti applicazione che attivano un meccanismo completamente diverso. Come ad esempio l-acetilcarnitina che agisce in qualche modo sulla trasmissione del neurotrasmettitore glutammato, riducendo la dismissione, quindi diminuendo l’impatto sulle sinapsi che trasmettono il dolore”.
Ma perché le neuropatie periferiche sono spesso associate al dolore? “E’ possibile che ci sia un coinvolgimento specifico di quelle fibre che servono proprio a trasmettere l’impulso doloroso – spiega l’esperto – Quando queste fibre, che noi chiamiamo piccole perché hanno un calibro sottile, sono coinvolte, determinano una sintomatologia variamente dolorosa. A volte acuta, altre volte sorda e prolungata. E ancora, perché nelle neuropatie periferiche avvengono processi infiammatori che coinvolgono anche le fibre più grandi, quelle mielinizzate, con fenomeni che si trasmettono in periferia come sensazioni anomale che noi chiamiamo parestesie e disestesie, spesso dolorose”.
Dolore, intorpidimento, formicolio alle gambe e ai piedi, astenia, fitte profonde, scosse elettriche e perdita della sensibilità del tatto sono solo alcuni dei sintomi che colpiscono il paziente: un vero e proprio calvario per oltre 4 milioni di italiani alle prese con lombosciatalgia, cervicobrachialgia e sindrome del tunnel carpale, le forme più diffuse. “Le neuropatie periferiche – sottolinea Santoro – di per sé danno problemi che influiscono sulla qualità della vita dei pazienti. Il dolore neuropatico, soprattutto quando diventa cronico, è veramente invalidante”.
Fondamentale resta il ruolo della prevenzione. “Per le neuropatie in generale lo stile di vita può essere importante. Se pensiamo che le neuropatie diabetiche sono le più frequenti di tutte, allora un corretto regime alimentare può prevenire la loro insorgenza. Se, invece, pensiamo alle neuropatie da intrappolamento, spesso professionali, la prevenzione – conclude lo specialista – consiste nell’evitare determinati movimenti e determinate posture che possono accelerare l’insorgenza”. (AdnKronos)

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