Dopo tre settimane, è stato disincagliato il peschereccio Ardito II dai fondali dell’isola di Gorgona. Le operazioni di recupero sono state coordinate dalla Guardia Costiera di Livorno. E’ stata scongiurata la potenziale minaccia per l’ambiente marino, rappresentata dai 1.500 litri di gasolio presenti nella nave. Intorno alla mezzanotte del 18 aprile scorso si era incagliato sui bassi fondali del porticciolo di Gorgona, dove si era rifugiato per non naufragare in mare, a seguito di una falla apertasi in sala macchine durante una battuta di pesca. Il peschereccio viareggino Ardito II, il cui equipaggio era stato messo in salvo da una motovedetta della Guardia Costiera di Livorno nell’immediatezza del fatto, ha poi dovuto attendere circa tre settimane per essere recuperato. Erano infatti necessarie condizioni meteo marine di assoluta calma per consentire l’ingresso nello scalo dell’isola di un pontone con gru, a bordo del quale posizionare l’unità sinistrata. Finalmente martedì scorso si è presentata la giornata propizia e la Capitaneria di porto di Livorno ha dato l’ok all’inizio delle operazioni, eseguite dall’impresa Tito Neri, incaricata dall’armatore del motopesca, sotto il coordinamento dell’autorità marittima. Un mezzo della Guardia Costiera ha vigilato sul sicuro svolgimento delle attività, con particolare riferimento al profilo alla vigilanza ambientale, in un’area di grande pregio, ricadente nell’ambito del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Le operazioni sono cominciate con un’ispezione subacquea, svolta alle prime luci dell’alba, allo scopo di verificare le garanzie di tenuta offerte dallo scafo dell’unità. Alle ore 16.15 del 9 maggio l’Ardito II è stato disincagliato e poi issato sul pontone Meloria, per il successivo rimorchio verso il porto di Livorno, effettuato dal rimorchiatore Pacini. Il convoglio è giunto all’ormeggio alle ore 21:05 del 9 maggio. La potenziale minaccia per l’ambiente marino, rappresentata dai 1.500 litri di gasolio presenti nelle casse dell’unità, è stata quindi definitivamente scongiurata. È tuttora in corso l’inchiesta amministrativa prevista dal Codice della Navigazione per accertare le cause e le circostanze del sinistro