La disfunzione per ostruzione della tuba di Eustachio (Etd), che in età pediatrica ha un’incidenza del 15-20% e persiste anche nell’adulto per l’aumento della necessità di compensazione, fino ad oggi era orfana di trattamenti rapidi e indolori. Ma adesso una ricerca condotta dall’equipe di Lino Di Rienzo Businco fornisce nuove risposte terapeutiche e chirurgiche che potrebbero mettere un freno all’ipoacusia da ostruzione tubarica e ai lancinanti dolori all’orecchio di chi è affetto dalla patologia. Il lavoro scientifico, pubblicato sulla rivista ‘Hno’, non solo ratifica che sono stati trovati dei parametri e la procedura omogenea e riproducibile per classificare, misurare e comparare, valutare lo stato, l’evoluzione e la risposta alle terapie della disfunzione della tuba. Ma anche la messa a punto di una procedura chirurgica endoscopica mininvasiva, che senza tagli e senza sanguinamento, senza tamponi e attraverso i canali naturali del naso, affronta e risolve contemporaneamente i vari aspetti che ne sono concausa, permettendo praticamente di eliminare rapidamente le cause della riduzione dell’udito e della sofferenza ad essa collegata. Ratificato innanzitutto il protocollo chirurgico di Di Rienzo Businco sul trattamento contestuale di dilatazione tubarica e la disostruzione dell’ostio di apertura della tuba con radiofrequenze di terza generazione a freddo mediante strumento dedicato, il device ‘Mitto’, studiato, progettato, brevettato e fatto realizzare dall’esperto per la decongestione e il trattamento della stenosi dell’apertura della tuba con riduzione della ipersecrezione mucosa alla base dell’accumulo delle mucosità catarrali dell’orecchio. Inoltre è stata ratificata l’esperienza di efficacia della metodica di dilatazione tubarica con palloncino del tratto cartilagineo della tuba. E infine la classificazione endoscopica relativa alla disfunzione tubarica, con possibilità di dialogare e condividere casistiche ed esperienze tra Centri diversi nel mondo, utilizzando lo stesso linguaggio e parametri condivisi. La classificazione permetterà di misurare la gravità della disfunzione, valutare i miglioramenti ottenuti da una terapia medica o chirurgica e superare i rischi medico-legali. “La nostra esperienza – afferma Di Rienzo Businco – ha evidenziato in qual misura esistano contemporaneamente numerosi punti di ostruzione ai flussi aerei e in che modo essi siano oggi tutti contestualmente diagnosticabili e affrontabili in un unico risolutivo intervento di ridottissima invasività. Questa osservazione ci ha portato a verificare quanto l’ipertrofia del turbinato, quando contemporaneamente presente, abbia un ruolo cruciale nella patogenesi e nel mantenimento dell’Etd, e non si può prescindere dal trattamento (elettivamente mininvasivo) della patologia del turbinato per il successo della terapia della Etd. In particolare il corretto e adeguato trattamento anche dei turbinati medi consente di prevenire le recidive e migliorare le performance respiratorie“. “In passato – osserva ancora l’esperto – il mancato inquadramento diagnostico del paziente è stato alla base dei fallimenti terapeutici nei pazienti affetti da Etd. La classificazione proposta può quindi aprire la strada a nuovi studi e accelerare la diffusione delle soluzioni mininvasive, si potrà valutare oggettivamente come la stenosi tubarica e la sua severità possano influenzare la Salute dell’orecchio e misurare la riuscita e la stabilità dei trattamenti di soft surgery nella patologia dell’orecchio medio. Si avranno ricadute positive sia sulla qualità della vita dei numerosi pazienti affetti – conclude – sia risparmi derivanti dall’eliminazione della quota invalidante legata alla Etd e alle patologie collegate“.