Hanno sfidato la pioggia per visitare gli stand del mercato biologico allestito in via Mercanti, nei pressi di piazza Duomo, a Milano. Sono gli oltre 5mila visitatori della prima edizione della festa del biologico italiano, l’evento organizzato da FederBio nell’ambito della Week&Food, la settimana del food della città che ha alimentato il grande tema ‘Feeding the Planet, Energy for Life’ di Expo Milano 2015. Per gli organizzatori “numeri positivi e incoraggianti” per una iniziativa che ha visto anche “mille partecipanti ai talk tenuti da 40 esperti” e la presenza delle istituzioni milanesi e lombarde: “La festa del bio – sottolinea il presidente di Federbio, Paolo Carnemolla – è stata l’occasione per fare il punto su un settore in crescita costante dal 2005 ad oggi sia in termini produttivi che di consumi, che ha conquistato il mondo”. Questi numeri “dimostrano che il biologico italiano è un settore che sta diventando sempre più strategico per l’economia nazionale, un settore certificato, controllato rigorosamente e in pieno sviluppo, custode dei tesori della nostra cucina e garante della biodiversità, sul quale il Paese dovrebbe credere con maggiori investimenti per dare un futuro all’agricoltura italiana”. In Italia “il fatturato del bio nel 2016 è stato di 4,3 miliardi, in crescita di oltre il 12%”; il che “ci rende il settimo mercato al mondo”. Il “74% delle famiglie italiane (1,2 milioni in più del 2015 +7%) ha acquistato prodotti biologici”. E “siamo il primo Paese al mondo per superficie ad agrumi, il secondo per apicoltura e viticoltura, il terzo per olivicoltura, il quarto per orticoltura e frutteti, l’export è in crescita del 16%”. Le aziende agricole italiane “sono 52.588, in crescita dell’8,1% in un anno, che coltivano senza usare nemmeno un grammo di pesticidi e concimi chimici di sintesi”; il che significa “oltre 1.492.579 ettari (+7,5%), ben il 12% dell’intera superficie agricola nazionale”. Il bio “è una realtà, non si può più parlare di nicchia, con 7.061 imprese che ne trasformano i prodotti (+8,2%) senza usare coloranti, conservanti e inutili additivi, dando lavoro a oltre 250mila occupati”