La sentenza del Tar del Lazio, contro la quale il Mibact ha già annunciato il ricorso in Consiglio di Stato, boccia la nomina dei direttori di cinque dei 20 nuovi direttori dei musei: saltano i responsabili del Parco Archeologico di Paestum, dei Musei archeologici di Taranto, Reggio Calabria a Napoli, oltre a quelli del Palazzo Ducale di Mantova e della Galleria Estense di Modena. La decisione della sezione seconda quater, presieduta da Leonardo Pasanisis, accoglie i ricorsi presentati da due partecipanti ai concorsi e contesta in particolare tre aspetti del concorso indetto dal ministero nel 2015: l’assegnazione giudicata ‘magmatica’ e poco chiara di una parte dei punteggi; le modalità di svolgimento delle prove orali, contestate perché a porte chiuse; e l’ammissione di cittadini stranieri, irregolare perché “il bando – scrivono i ricorrenti – non poteva ammettere la partecipazione al concorso di cittadini non italiani in quanto nessuna norma derogatoria consentiva al Mibact di reclutare dirigenti pubblici al di fuori delle indicazioni, tassative, espresse dall’art. 38 d.lgs. 165/2001”. Per quanto riguarda l’assegnazione dei punteggi, i giudici considerano poco chiari i criteri dei 20 punti ai candidati della ‘decina’ ammessi al colloquio con la commissione. “Non si comprendere – scrivono – il reale punteggio attribuito a ciascun candidato, anche in ordine al criterio di graduazione di ogni singolo punto dei 20 da assegnare all’andamento della prova orale, a conclusione del colloquio sostenuto”. Inoltre “lo scarto minimo dei punteggi tra i candidati – aggiunge il Tar – meritava una più puntuale e più incisiva manifestazione espressa di giudizio da parte della commissione nella valutazione dei colloqui e nell’attribuzione dei relativi punteggi, piuttosto che motivazioni criptiche ed involute”.Le prove orali sono state svolte, secondo quanto denunciato dai ricorrenti, a porte chiuse, mentre, si evidenzia nel provvedimento, “occorre che durante le prove orali sia assicurato il libero ingresso al locale, ove esse si tengono, a chiunque voglia assistervi e, quindi, non soltanto a terzi estranei, ma anche e soprattutto ai candidati, sia che abbiano già sostenuto il colloquio, sia che non vi siano stati ancora sottoposti, atteso che ciascun candidato è titolare di un interesse qualificato a presenziare alle prove degli altri candidati, al fine di verificare di persona il corretto operare della commissione”. Infine la partecipazione al concorso di candidati stranieri viene contestata perché contraddice la norma del 2001 secondo al quale “cittadini degli Stati membri dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell’interesse nazionale”. Tale norma esclude ruoli dirigenziali pubblici per i non italiani.”Il perseguimento degli ‘standard internazionali’ – scrivono i ricorrenti – secondo le chiare intenzioni del legislatore (che non possono essere derogate dalla normativa sottordinata), si ottiene evidentemente migliorando gli aspetti sostanziali e contenutistici dell’offerta museale italiana, appunto rapportandola e adeguandola agli analoghi servizi offerti dai migliori istituti di altri Paesi (in termini, ad esempio, di ampia fruibilità anche nei giorni festivi o nelle ore serali, di efficienza e rapidità di accesso da parte della platea dei visitatori, di miglioramento del rapporto costi/ricavi, di adeguamento delle strutture e delle risorse umane, ecc.), non certamente con interventi formali e di immagine”.A seguito delle decisioni del Tar, il Mibact dovrà sostituire i direttori dei sei Musei in questione, mentre resta in carica il direttore degli Uffizi di Firenze Eike Schmidt perché è stato respinto il ricorso presentato contro la sua nomina.