Radiazioni: Fukushima è stato come fare un’ecografia per tutta la popolazione mondiale

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Dopo l’incidente di Fukushima chi vive fuori dal Giappone è stato sottoposto ad una quantità di radiazioni al massimo pari a quella di una radiografia. Lo hanno calcolato gli esperti del Norwegian Institute for Air Research, che hanno presentato le loro stime al congresso della European Geosciences Union a Vienna. I ricercatori hanno usato i dati della Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organisation, un network di ricercatori che valuta le conseguenze delle esplosioni nucleari, cercando di stimare il destino del cesio 137 sprigionato dall’esplosione.

Secondo i calcoli il 23% del totale e’ rimasto in Giappone, mentre il resto si e’ disperso nel mondo. In totale in nord America si sarebbero depositati secondo la stima 163 TeraBequerel, una unita’ di misura del decadimento radioattivo, 14 in Europa, soprattutto nella Russia europea, in Svezia e Norvegia, 47 in Asia, mentre una parte considerevole, circa 69 TBq, si sono depositati nell’Artico per effetto del viaggio della ‘nube radioattiva’ dal Giappone all’America all’Europa, che ha seguito una rotta molto a nord. Tradotto in termini di esposizione per le persone, concludono gli autori, il dato implica che chi non era in Giappone ha avuto al massimo 0,02 milliSievert di radiazioni in piu’, un valore molto basso.

“Piu’ dell’80% delle radiazioni si sono depositate negli oceani e ai poli, quindi la popolazione globale ha avuto l’esposizione minore – spiega Nikolaos Evangeliou, uno degli autori principali, al New Scientist -. Quello che abbiamo trovato e’ che ognuno ha avuto praticamente una radiografia”. Anche in Giappone, tranne nell’area colpita dal disastro, in media le persone sono state esposte a 0,5 milliSievert, molto meno delle radiazioni naturali che si ricevono ogni giorno.

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