Il sistema immunitario potrebbe essere convolto nell’infarto. A rivelarlo è una ricerca pubblicata sul ‘Journal of the American College of Cardiology’ dall’Istituto di Cardiologia della Cattolica e dal Polo di Scienze cardiovascolari e toraciche del Gemelli di Roma, impegnati in alcuni studi sulle cause della patologia con l’obiettivo di arrivare a perfezionare terapie mirate per ogni tipo di arresto cardiaco. Il lavoro, presentato in occasione della Giornata per la ricerca nel Policlinico universitario romano, si sta focalizzando sullo studio del sistema immunitario come causa di infarto in un sottogruppo di pazienti in cui la placca aterosclerotica sulle pareti dei vasi che ossigenano il cuore (le coronarie) va incontro a rottura e successiva formazione del trombo, con meccanismi che coinvolgono uno squilibrio nelle cellule del sistema immunitario. Negli ultimi anni – spiegano i ricercatori – si è iniziato a capire che gli infarti non sono tutti uguali, ma originano da meccanismi diversi che si traducono in prognosi diverse da paziente a paziente. Un altro studio, infatti, si sta concentrando sul ruolo delle erosioni di placca, una situazione in cui minime alterazioni a livello delle cellule che rivestono i vasi sanguigni possono innescare la formazione del trombo senza la rottura di una placca aterosclerotica. Le erosioni di placca sembrano avere una prognosi più benevola rispetto alle rotture di placca, sottolineano gli esperti, e probabilmente necessitano anche di terapia diversa senza necessità di impiantare uno stent coronarico. (AdnKronos)