“Il problema non sono i farmaci omeopatici, bensì l’utilizzo che ne viene fatto“. Tanto più che “i nostri farmaci sottostanno alle regole dell’Agenzia italiana del farmaco come avviene per i generici, i radioterapici, gli emoderivati e qualunque altra classe farmaceutica“. Lo afferma Giovanni Gorga, presidente di Omeoimprese, commentando le reazioni al caso del bimbo marchigiano ucciso da un’otite trattata con l’omeopatia. “La misura è colma“, protesta il numero uno dell’associazione nazionale delle aziende del settore, denunciando un “clima da caccia alle streghe” e una “confusione strumentale“. “C’è chi attacca strumentalmente il settore e parla di acqua fresca perché non conosce l’utilizzo dei nostri farmaci – osserva Gorga in una nota – e c’è chi addirittura parla di terapie alternative. Alternative a cosa? La medicina è una sola. Se un intervento non riesce non è colpa del bisturi, bensì della mano del chirurgo che lo ha utilizzato. Questo vale per l’omeopatia e per qualunque categoria farmaceutica“. Il presidente di Omeoimprese sottolinea che “l’omeopatia è utilizzata da 20.000 medici italiani, laureati in medicina e iscritti ad appositi registri dopo aver frequentato Scuole di specializzazione accreditate, come previsto da una legge dello Stato del 2012, a tutela dei pazienti e contro la pratica del fai da te“. Ed evidenzia che, “secondo quanto disposto dalla legge di Stabilità 2015, entro il 30 giugno dovremo presentare all’Aifa la documentazione relativa ai singoli preparati per ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio, nel rispetto della normativa europea in vigore, e a tutela e sicurezza dei pazienti“.